Province, il governo ri-impugna la forbice


L’Aquila – SALTA ANCHE L’AQUILA, CHE FINE FA IL MEGAPROGETTO PER LA NUOVA SEDE DI DEL CORVO? – Il Consiglio dei ministri ha approvato nella tarda mattinata il disegno di legge costituzionale di abolizione delle province. Tutte via, azzerate entro pochi mesi, compresa quella della città capoluogo di regione. Anche L’Aquila, quindi, finisce in gloria. Sarà retorico, ma interessante, domandare che fine è riservata al faraonico (approvato e finanziato) progetto per la sede della provincia in centro, accanto alla prefettura diruta. Un progetto da 50 milioni che è stato vanto e orgoglio del presidente Del Covo. Italia incomprensibile e fanfarona, che prima sproloquia, poi smentisce se stessa, sempre all’insegna di una politica bizzosa e rissosa, mai di una logica che salvaguardi prima di tutto il bene comune.
Il provvedimento e’ composto di soli tre articoli. Il primo annuncia semplicemente l’abolizione delle province. Nel secondo sono contenuti i rinvii di diversi passaggi costituzionali in cui si citano le province, e il terzo prevede che c’e’ tempo fino a sei mesi dall’entrata in vigore di tale provvedimento per la soppressione delle province . Sei mesi di vita, dunque, per le province, la cui soppressione, o il cui accorpamento, ha creato sempre in Abruzzo (e non solo) grandi problemi e qualche volta delle insurrezioni con sindaci tricolori e cartelli inalberati. Irrisolto il problema Chieti-Pescara, irrisolto tutto, insomma un pasticcio che scontentava tutti e che è stato accantonato con un sospiro di sollievo. Fino ad oggi.
Ora si ricomincia, a quanto pare. Un’estate calda, un groviglio di problemi che si aggraveranno a dismisura in vista delle candidatura e delle elezioni regionali. In tanti si chiedono: non potevano accantonare il problema, e rimandarlo a tempi meno nevrotici e angariati dalla crisi economica, che turba gli animi come scenario drammatico? Quando la società vive periodi problematici, facile esca per colpi di testa, acrobazie politiche, esibizioni di salvatori della patria, i cambiamenti profondi della società e della struttura dello Stato sono accolti con sospetto e allarme. Se l’Italia è sul lastrico, la colpa non si può certo attribuire e liquidare additando dei capri espiatori di comodo, come possono essere, al momento attuale, le province. Per l’Abruzzo, ma anche per altre regioni, si aprirà di nuovo un contenzioso condito da campanilismi deteriori, certo, ma sempre esistenti come identità della nostra regione. L’impegno del governo di abolire le province va sicuramente mantenuto, perchè assunto a suo tempo come identità del programma Letta, ma è sicuramente questo il momento meno adatto per aprire certe ferite e dare fuoco a certe polveri. Strano, e anche allarmante, che i politici (anche abruzzesi) non si rendano conto di questo problema. O c’è qualcuno che intende trarne profitto?


05 Luglio 2013

Categoria : Cronaca
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.