“Dalli” al calcio…


L’Aquila – (di Franco Taccia) – Il pianeta calcio è sempre stato descritto come una sorta di isola felice, di paese di Bengodi, nel quale anzichè l’elitropia, la pietra magica che dona l’invisibilità, si trova denaro in abbondanza, ci si sguazza addirittura, finendo frequentemente, come sempre accade dove di soldi ne girano troppi, per sguazzare anche nel fango. E allora, per quell’ineluttabile destino riservato a chi è tanto invidiato, idolatrato, servito, coccolato, sfruttato insomma, ecco che immediatamente la macchina mediatica, quella stessa che fino ad un istante prima riempiva pagine di giornali, ore ed ore di TV spazzatura, con i flash piu’ insignificanti sulla vita del divo, centravanti o portiere, mezz’ala o allenatore, bianco o giallo, italiano o tedesco, africano o inglese, senza distinzione di eta’, credo , lingua o passaporto, scatena sulla nuova preda l’attenzione morbosa del popolo minuto.
E qui pero’ il calcio, questo gioco/bramosia/religione/affare tanto disdegnato da tutti quelli che per moda si atteggiano a disgustati al solo sentirlo nominare, salvo parlarne a sproposito per fare audience, scopre un minimo di pudore, forse di coscienza, comunque un anelito di pulizia, grondante giustizialismo, per cui chi è soltanto sospettato di aver venduto una partita, di aver offeso un avversario, di aver bestemmiato o peggio, viene immediatamente crocifisso, bollato, messo all’angolo; marchio dell’infamia alla faccia di quanto avviene nel mondo circostante, quello normale.
Nel quale si è “presunti” colpevoli anche dopo dieci processi, anche dopo mille intercettazioni, decine di testimonianze e via discorrendo. Anzi, per festeggiare una condanna si va anche a cena nel palazzi del potere.
Sul calcio pero’ ogni giorno una manciata di sporcizia. Da una settimana circa l’ultimo “incidente” di cui parlare. Indagini in tutta Italia per sospette irregolarità nella contrattualizzazione di decine di giocatori. Ovviamente fuoco e fiamme di tutti. nel frattempo, come peraltro è giusto che sia.
Intanto il resto del nostro paese, perche’ se nel resto del mondo è ugualmente uno schifo, da noi la cacca arriva “all’attico”, vergogna su tutto. La politica lasciamola perdere perchè ormai il deplorevole vezzo di definirla una cosa sporca è diventato una sorta di postulato. La chiesa (volutamente in minuscolo) fa parlare di se piu’ per gli scandali che per le opere di evangelizzazione, la finanza ….( già l’ho detto per la politica), l’industria….quale industria?
Ma si continuiamo a parlare dei mali del calcio, mentre il ministro della difesa (da chi?) si arrampica sugli specchi per giustificare la follia degli F35, mentre il governo esulta per i fondi stanziati per creare nuovi posti di lavoro ( o nuovi arricchimenti grazie a capannoni che nascono come i funghi senza mai vedere l’inizio di attività di sorta). Tanto c’è il calcio malato, i calciatori che patteggiano per le partite vendute, i “daspo” a carico dei violenti. Un bel po’ di gente da condannare, per fortuna, salvo che nessuno di loro viene invitato a cena dal presidente del consiglio o riceve attestazioni solidarietà, da nessuno, nemmeno da un misero portaborse di qualche politico venduto o da qualche ex (?) ….. ora brillante politica. Brillante solo per il “trucco”.


29 Giugno 2013

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