Sarà solo calcio, ma sicuramente aiuta
A bocce ferme (anzi palle), il giorno dopo la vittoria aquilana nel calcio, diamo voce e pensiero anche a chi non ama e segue il calcio. La vittoria, certo, non dispiace proprio a nessuno, neppure a quelli che alle manifestazioni di giubilo accalorato non c’erano e non ci sono mai stati. Non compensa, però, l’amarezza dovuta alla retrocessione nel rugby. Nel calcio non si può parlare di eccellenze, nel rugby, invece, sì. L’Aquila era fortissima, non lo è più, almeno per un anno.
Diciamo che l’amarezza potrebbe essere più intensa del gaudio calcistico. Da quanto più in alto si cade, tanto più ci si fa male… O si muore.
Un amico pragmatico diceva un tempo: anche se sei bravo a palline, sei sempre bravo. Importante è primeggiare. In qualcosa. E’, non se la prendano i tifosi, così anche nel calcio. Uno stimolo forte, una gioia, un recupero dell’aquilanità , del gonfalone, del campanile, delle illusioni (“L’Aquila regina d’Abruzzo”), del sentimento più genuino e popolare. Anche se transitorio e, oggi, nella calura, già attenuato. Molti degli urlatori di ieri giustamente oggi dormiranno il sonno dei giusti.
Sarà , infatti, solo calcio, ma sicuramente ha aiutato, aiuta, stimola. Ma, come con schietta concretezza ci ha scritto oggi una signora (pregandoci di non pubblicarla), una palla per rinascere non basta. Ne occorrono due. Continuino a produrre risultati coloro che, di recente, hanno fornito attestati di tali attribuzioni. A Cialente, diremmo, va sconsigliata la camomilla nelle fialette della e-cigarette che ha deciso di fumare.
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