Caldo, L’Aquila batte tutti, i consigli degli esperti partiti a raffica già ci distruggono…
L’Aquila – PIU’ CHE LA CALURA, FA MALE LA OTTUSA NOIA RIPETITIVA DEI TG – (di G.Col.) – Come capita almeno un paio di volte durante l’estate, ogni anno, L’Aquila batte tutti (anche di un paio di gradi, che sono tanto caldo…) in Abruzzo: oggi a mezzogiorno, con il Sole ormai quasi allo zenith preciso (lo sarà il 21 giugno), i termometri del capoluogo hanno sfondato a migliaia la barriera dei 30 gradi, arrivando anche a 31-32, secondo le zone e la ventilazione. Nel pomeriggio, violento acquazzone con grandine incorporata, e i soliti immancabili allagamenti.
30 gradi (a mezzogiorno) a Teramo, 28 sulla costa e a Chieti. Dove però la sensazione di afa e disagio è molto elevata, a causa dell’umidità atmosferica. Caldo, dunque, e ormai primavera morente ma feroce, prima del fatidico 21 giorno di arrivo dell’estate.
Molti si chiedono perchè Pescara sia indicata tra le città a rischio nei triti e ritriti bollettini del caldo, e L’Aquila no. La spiegazione c’è: gli esperti (Dio ce ne guardi, spesso…) pensano che siano peggiori i 28 gradi di Pescara con l’aria che è quasi acqua calda, rispetto ai 31-32 dei 700 metri di altitudine dell’Aquila. Così la pensano, ignari del fatto che da molti anni, l’atmosfera aquilana è molto umida. Un fenomeno del quale nessuno dà spiegazioni scientifiche, forse perchè non se ne hanno, e si sceglie di parlare di mutamenti, che ormai non sono più meteorologici, ma climatici. E globali.
Più del caldo fa male la piatta ripetitività di telegiornali fatti con i piedi da gente che dovrebbe scegliere di vendere frutta o preparare aperitivi, invece di informare e comunicare. Errori geografici, balle stratosferiche sulle temperature (per alcuni 30 gradi significano caldo torrido equatoriale…), previsioni risibili, interviste da piangere di pena sulle spiagge (“com’è l’acqua oggi?” oppure “Finalmente un po’ di mare…”), consigli di esperti che dicono di non prendere il caldo a mezzogiorno e di bere acqua. Dei veri geni incompresi, sia chi lo dice, sia chi glielo fa dire. Interviste, addirittura, ripescate negli archivi: tanto, i consigli sono sempre gli stessi… Il solo problema è scegliere il professorone o il medico vip di turno.
Quando il vostro cronista, che fu un ciclista dilettante su pesanti ferrivecchi con i freni a bacchetta, usciva in bici a mezzogiorno nel 1960, la madre gli diceva: “Non è meglio se in bicicletta ci vai stasera al tramonto?”. Oppure: “Bevi alle fontanelle che incontri…”. E il compassato padre del cronista, professore di lettere con propensioni per le scienze, asciutto aggiungeva: “Bagnati i polsi quando sei accaldato… non bere l’acqua troppo fredda”.
Chi sa consigli tanto semplici, quanto logici, che ogni persona normale dovrebbe avere inculcati in sè dalla fanciullezza, i nevrotici e obnubilati cronisti dell’estate li hanno mai sentiti.
Dio ci scampi dai cretini, la cui madre (grazie Costanzo di averlo ricordato spesso) è sempre incinta. E pensate che siamo appena all’inizio, anzi ancora in primavera… A proposito di cretini: tutti ripetono alla noia di consumare molta verdura e molta frutta. Privi di capacità riflessiva come sono, questi pupi parlanti in tv dimenticano: chi ha per esempio la colite, e non può mangiare molta frutta e neppure molta verdura, che fa, muore? E ancora: questi signori dallo stipendio pesante e dalla consulenza strapagata ignorano che frutta e verdura hanno prezzi stellari, scandalosi, e spesso sono di cattiva qualità quando vengono offerti con sconto. Chi non ha soldi (milioni di persone ormai) cosa fa? Mangia un esperto tagliato a fettine, un po’ al giorno, con poco olio e niente sale. Così gli scende la pressione, salita alle stelle per la rabbia di dover sopportare tanta oceanica, tsunamica imbecillità a dosi massicce.
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