Unica provincia con aumento imprese
Pescara – (di Stefano Leone) – 11° GIORNATA DELL’ECONOMIA ALL’INSEGNA DI DATI E PERCENTUALI – (Foto: Becci e Mattoscio) – “Un sistema imprenditoriale vitale e che non si arrende, quello pescarese, ma che lotta con burocrazia e banche (oltre che con la crisi economica) che impediscono di rispondere alle esigenza del territorio”. Così, dati alla mano, il Presidente della Camera di Commercio di Pescara, Daniele Becci, foto, questa mattina durante la 11° Giornata dell’Economia alla quale hanno partecipato anche il vicepresidente della Giunta regionale, Alfredo Castiglione ed il Presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa. Becci ha subito messo in evidenza come, “ Pescara rappresenti l’unica provincia abruzzese a far registrare contemporaneamente un aumento di iscrizioni ed una diminuzione di cessazioni d’imprese (n. di iscrizioni al 31.12 2012 2661 contro le 2.650 del 2011 mentre il n. delle cessazioni al 31.12.2012 è 2.763, contro le 3.026 del 2011 ) con un tasso di sviluppo negativo della nostra provincia che va migliorando passando da -1,0% a -0,3%”. Diminuisce anche il tasso di mortalità che passa da 8,4% a 7,7%”. Vivacità imprenditoriale che non ha, però, interessato il settore Artigianale il cui saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni è passato da -113 del 2011 a -153 del 2012, peggior dato degli ultimi 10 anni, causato sia dalla perdita di iscrizioni che dall’aumento di cessazioni. Il tasso di sviluppo risulta pari a -1,9%, contro il -1,4% dello scorso anno, ed il tasso di mortalità pari a 8,5%. In generale, nella provincia, reggono meglio le società di capitali, a discapito delle ditte individuali. Diminuiscono le imprese entrate in procedura concorsuale del -17%, controtendenza rispetto all’aumento registrato a livello regionale (+10%) e nazionale (+6%). Aumentano invece le imprese entrate in liquidazione e scioglimento del +10%. Il numero dei protesti levati per mancato pagamento continuano ad aumentare passando da 10.120 a 11.644 con un totale di valore effetti protestati pari a 30.586 milioni di euro. Tale aumento è stato causato principalmente dall’aumento dei protesti dei pagherò cambiari (+22%). In contropartita sono invece diminuiti gli assegni protestati del -1,65%. Continuano a perdere iscritti il settore Agricoltura ed il settore Commercio per i quali aumentano anche le cessazioni, dunque il saldo del settore Agricoltura peggiora, passando a -165, così come quello del Commercio che passa a -490. Il settore Servizi registra, sì, una perdita di iscrizioni, ma anche una riduzione di cessazioni che porta ad un lieve miglioramento del saldo, che passa da -366 a -343. Migliorano anche i saldi del settore Manifatturiero (da -161 a -82) e del settore Costruzioni (da -130 a -100), ma produzione e fatturato continuano a contrarsi. Le difficoltà delle nostre imprese si riflettono ovviamente sul mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione passa dall’8,8% del 2011 al 12,8% del 2012, un livello mai registrato negli ultimi dieci anni ed al di sopra della media regionale e nazionale (11%), anche questi aumentati. Al contempo è cresciuto anche il tasso di attività, 65,9% contro il 61,5% dello scorso anno; aumento causato prevalentemente dall’aumentare dei disoccupati in cerca di nuova occupazione. La piccola variazione in aumento segnata dall’occupazione (57,4% contro il 56% del 2011) è invece da attribuirsi all’aumentato del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni che nel 2012 è stato pari al +1,23%, variazione comunque minore di quella registrata lo scorso anno (+27%). Tale aumento ha interessato solo la CIG ordinaria, e non la CIG straordinaria che invece è andata a diminuire. Un plauso dal Prof. Nicola Mattoscio alla CCIAA di Pescara per “mantenere viva l’attenzione sui problemi economici della nostra provincia ed anche della nostra Regione”. Ha poi relazionato sull’argomento con una dettagliata analisi macroeconomica che ha messo immediatamente in evidenza come dal 2007 i tassi di disoccupazione si sono impennati nell’Area Europea “con l’Italia e l’Abruzzo totalmente risucchiati da questa tendenza. E sul caso Abruzzo non c’è da illudersi – ha sottolineato – ci sono degli elementi su cui c’è ancora una spiazzante inconsapevolezza e gravi spread difficile da combattere”.
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