Walesa, omaggio ai 262 di Marcinelle
Manoppello – Il Premio Nobel della Pace Lech Walesa – riferisce l’AGI – ha reso omaggio oggi alle vittime della tragedia di Marcinelle, avvenuta l’8 agosto agosto 1956 in una miniera di carbone, denominata Bois du Cazier. L’incidente provoco’ 262 morti, tra cui 136 italiani e 61 abruzzesi, 7 molisani. Walesa dopo la visita al Sacrario dei ‘Caduti di Marcinelle’ e al Volto Santo, ha ricevuto dal segretario nazionale dell’Ugl Giovanni Centrella la ‘Lampada del Minatore’ che di anno in anno il sindacato assegna a chi con il suo operato ha dimostrato di saper servire lo ‘spirito dei minatori di Marcinelle’.
“Sono d’accordo che – ha detto Walesa dopo aver ricevuto la Lampada del Minatore – bisogna ricordare e commemorare disgrazie simili. La mia battaglia suffragata dalla vostra solidarieta’ ha avuto la meglio sulle divisioni di allora. Molte persone di queste parti mi hanno sostenuto nella mia battaglia, quindi colgo l’occasione di dirvi grazie per la vostra solidarieta’”.
Da parte sua il segretario dell’Ugl Centrella ha detto: “Per noi e’ un onore avere una persona come Walesa che rappresenta uno dei punti di forza della storia del sindacato mondiale”. Dello stesso avviso la parlamentare Renata Polverini: “Nessuno di noi puo’ dubitare del fatto che se non ci fosse stato Walesa, sostenuto e supportato dal piu’ grande Papa che abbiamo conosciuto, almeno fino a questo momento, il muro di Berlino sarebbe ancora li’ e la storia del mondo sarebbe un’altra. Il mio ringraziamento per le sue battaglie prima per il lavoro, per la democrazia e poi per la liberta’”. Per Geremia Mancini, segretario Confederale Ugl, “la presenza di Walesa rimarra’ per sempre nei nostri cuori e nei cuori della nostra meravigliosa gente d’Abruzzo”. Particolarmente soddisfatto il sindaco di Manoppello Gennaro Matarazzo: “Oggi per Manoppello e’ stata una grande giornata, abbiamo ricevuto una persona che il mondo ammira per il coraggio delle scelte fatte. Ricordo benissimo cosa significa quel periodo per il mondo,specialmente per l’Est Europa. Non si puo’ non riconoscergli un grande coraggio e una grande iniziativa politica e sindacale che poi a macchia d’olio si e’ sparsa nel mondo. Walesa rappresentata questo ma anche molto di piu’ perche’ il tutto e’ avvenuto senza spargimento di sangue”.
“Non so qual e’ la differenza tra chi muore per la morte e chi per la liberta’. Se lo sapessi avrei gia’ il secondo Nobel” . Lo ha detto il Nobel per la Pace Lech Walesa, subito dopo la deposizione di una corona al Sacrario dei ‘Caduti di Marcinelle’ di Manoppello. “La morte – ha proseguito – e’ comunque morte e quindi e’ scritta sia nella nostra fede sia nella nostra storia di vita. Certo, tutti cerchiamo di vivere piu’ a lungo, pero’, credo che la’, dall’altra parte, non si sta cosi’ male perche’ nessuno fa ritorno”. Subito dopo Walesa ha visitato il Santuario del ‘Volto Santo’.
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