Stagnazione edilizia, serve innovazione
Pescara – I componenti della commissione urbanistica Del Vecchio, D’Angelo, Corneli scrivono: “LA MOLTIPLICAZIONE DEI BENEFIT – Il superamento della stagnazione di un settore importante, come quello dell’edilizia, è stato colto dal legislatore nazionale nella necessità di avviare un processo virtuoso capace di rinnovare il patrimonio edilizio esistente e la riqualificazione delle aree degradate con presenza di funzioni eterogenee ed obsolete sostenuto dai seguenti benefit:
a. Riconoscimento volumetrie aggiuntive
b. Delocalizzazione volumetrie;
c. Ammissibilità modifiche destinazioni d’uso;
d. Modifiche sagoma per armonizzazione
ma con precisi ed inderogabili vincoli, quali:
e. Rispetto degli standard urbanistici
f. Competenza del Consiglio comunale per il cambio di destinazione d’uso;
Un indirizzo che il legislatore regionale abruzzese ha trasfuso nella legge 49/2012 (s.m.e.), per la verità con interpretazioni ed imposizioni poco accorte e pasticciate, ma sempre salvaguardando principi irrinunciabili in materia di standard urbanistici e permessi in deroga attraverso l’art. 14 del DPR 380/2001.
Il dibattito che ne è scaturito al Comune di Pescara, che pure ha già visto un importante pronunciamento da parte del tribunale amministrativo, ha messo in evidenza la volontà della maggioranza di sommare a questi benefit altre agevolazioni, peraltro legate solo ai cambi di destinazione d’uso, che hanno incontrato le obiezioni della opposizione che evidenziano una disparità di trattamento ed una sperequazione non ammissibile.
Il ripetuto ed estenuante richiamo a fissare regole generali prima di assumere una qualunque decisione su casi particolari che l’opposizione ha rivolto alla maggioranza è stato finalmente accolto ed il Consiglio prima e la riunione dei capigruppo poi hanno deciso di rinviare la trattazione della delibera riguardante la riqualificazione dell’ex Consorzio Agrario dopo l’approvazione della delibera consiliare di recepimento delle norme della l.r. 49/2012 e s.m.i..
Come abbiamo sostenuto nel recente passato, e come oggi ci viene riconosciuto anche da una sentenza del tribunale amministrativo, la materia urbanistica è il volano per la ripresa economica della nostra comunità a patto che nessuna delle parti in causa sfugga alla responsabilità della salvaguardia dell’interesse collettivo.
Gli ammiccamenti accondiscendenti di una pseudo politica nei confronti di pseudo poteri forti hanno sempre prodotto danni alla collettività ed è per questo che come gruppo del Partito Democratico affronteremo questi atti con una precisa linea di comportamento che prevede, in estrema sintesi, il perseguimento di due obiettivi:
per l’edilizia residenziale:
1. Una valutazione ponderata delle aree centrali della Città e cioè quelle a più alta densità antropica, dove sarà possibile concedere gli ulteriori premi di cubatura previsti dalla legge regionale 49/2012 in aggiunta a quelli già fissati dal D.l. 70/2011;
2. L’immediata redazione di una Carta dei Servizi che individui le aree ove realizzare gli standard urbanistici che i soggetti privati non reperiscono nelle aree di intervento;
3. Vincolare le somme derivanti dalla monetizzazione degli standard alla redazione della Carta dei Servizi per assicurare la realizzazione degli stessi standard quanto più vicini alle aree di intervento;
per l’edilizia non residenziale:
1. La riqualificazione di aree degradate con presenza di volumi che vorranno beneficiare oltre che del premio di volumetria anche del cambio della destinazione d’uso potrà avvenire solo ed esclusivamente a condizione che gli standard dell’intervento saranno reperiti in loco e delocalizzando, eventualmente, gli ulteriori volumi ancora disponibili;
2. Monetizzazione delle plusvalenze emergenti dal cambio di destinazione d’uso.
Per il Gruppo del Partito democratico una risposta concreta e fattibile per coniugare sviluppo e tutela del territorio potrà avvenire solo avendo chiara la realtà urbanizzata della Città di Pescara e saper prefigurare prospettive di interventi innovativi che non arrechino ulteriori ferite ad un corpo urbano già pesantemente martoriato.
La preoccupazione maggiore che avvertiamo, oggi, è nella bulimia di una amministrazione comunale che dopo aver vissuto quattro anni nel letargo più profondo si svegli di soprassalto ed immagina di poter recuperare il tempo perduto. Una debolezza che, inevitabilmente, la espone a possibili accondiscendenze in danno esclusivo del bene comune.
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