Senato-L’Aquila 0 a 1


La partita l’ha vinta L’Aquila, volendo – per sdrammatizzare – riesumare una trita allegoria. Senato 0, L’Aquila 1. Grazie all’impegno (davvero strenuo) della Pezzopane e di chi l’ha sostenuta, anche parlamentari non abruzzesi, e non del suo partito, ecco che la fonte delle leggi italiane (il Parlamento) riconosce denaro (poco) e altre cose utili ad un pezzo d’Italia triturato 50 mesi fa dal terremoto, peraltro gestito in maniera risibile, vista la condanna della Commissione grandi rischi.
Troviamo disdicevole, demoralizzante (lo ripetiamo) che occorra sputare sangue per essere curati. Che occorra alzare cachinni al cielo, per avere semplicemente le risorse necessarie a rialzare la testa.
Non è giusto, non è accettabile. E’ una distorsione del vivere civile. Ciò che è stato fatto in Senato, oggi, che Cialente e la Pezzopane reclamavano da anni, peraltro tra diecimila difficoltà e trappole, ostracismi, ostacoli, inganni, sveltine, doveva essere fatto al massimo nel 2010, una volta messe in piedi le case di Berlusconi, il quale sta pigiando sul tasto delicato del terremoto aquilano per far politica. Anche questo è desolante. Se avesse davvero voluto bene a L’Aquila, sarebbe andato dalla Pezzopane (che ben conosce) e le avrebbe detto: “Stefania, lavoriamo insieme, so che occorre un miliardo l’anno, cominciamo a spremere il primo dalle casse dello Stato”. Avremmo apprezzato, per lo meno quanto apprezzammo tutti il dinamismo del Cavaliere negli interventi immediati. Persino le sue visite passerelle, almeno le prime.



12 Giugno 2013

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.