Chi vuole la morte del porto?
Pescara – (di Stefano Leone) – LUNGAGGINI, RINVII, BUGIE E PROMESSE MANCATE, IL PORTO INSABBIATO E ISOLATO –
Nel giorno in cui, la marineria torna a rincarare la dose delle proteste minacciando il blocco dell’Asse attrezzato, per il mancato arrivo dei soldi ampiamente promessi dalla politica di ogni ordine e grado e mai arrivati, dal porto adriatico giungono lamenti, ormai flebili, di una prognosi riservatissima. I malati sono le attività commerciali e turistiche che insistono nell’ambito portuale. Siamo andati a parlarne, questa mattina, con il capogruppo del PD in Comune Moreno Di Pietrantonio. Approfittando della prima vera giornata d’estate, lo abbiamo intervistato nella location più consona: sul molo nord del porto canale a pochi metri dall’ingresso del Ponte sul mare.
- Di Pietrantonio, un porto dunque in crisi non solo per la marineria
- No, infatti. La marineria è la punta dell’iceberg considerato che, sono ormai più di 100 gli addetti, fra navi e servizi nel settore commerciale che hanno perso il posto di lavoro o sono in cassa integrazione.
- Per quanto concerne il settore turistico, invece, legato al porto?
- Insabbiato anche quello. Questo è il terzo anno consecutivo che Pescara e l’Abruzzo si ritrovano senza collegamenti con la Croazia. Il danno economico e d’immagine è incalcolabile per tutto l’indotto, si parla di circa 22 ml di euro. Questo non era mai accaduto dal 1966 al 2010, salvo una breve interruzione nel 1992 a causa della guerra.
- Il Ministro Lupi, non più tardi di qualche giorno fa ha fatto il punto su 20 ml di euro da spendere per le infrastrutture portuali.
- E’ una verità millantata. Quei soldi non sono spendibili in assenza di un PRP, (Piano Regolatore Portuale), quindi quello che ha detto Lupi non corrisponde al vero.
- Quali, a suo parere, le prime mosse da fare per il rilancio delle attività portuali?
- Con immediatezza, ed è ciò che chiediamo, l’Amministrazione comunale, a nome di tutti gli operatori commerciali del porto, deve intervenire affinchè vengano previsti e programmati altri 50mila metri cubi di dragaggio, (oltre i previsti 200 mila), poiché la darsena commerciale necessita di un escavo di 150mila metri cubi e di un pescaggio di 6,5 metri.
- Questo per la parte operativa, ma per la parte turistica occorre una strategia che investa un piano di coinvolgimento degli operatori del turismo, oppure occorre altro?
- Giustissimo. Le cose vanno fatte con sapienza e competenza. L’Amministrazione comunale, a nome di tutto il settore commerciale, deve farsi garante dei tempi di attuazione per permettere alle imprese di programmare e ricostruire le attività distrutte in questi anni di colpevole blocco.
- E per i collegamenti?
- E’ necessario riallacciare al più presto relazioni con le Compagnie di navigazione per programmare e tentare di ripristinare i collegamenti con la Croazia per l’anno prossimo. Tutto ciò appare oltremodo difficile perché, purtroppo, la reputazione acquisita dalla città di Pescara per ciò che attiene la portualità è assai negativa a causa della totale inaffidabilità degli attuali amministratori e interlocutori locali.
Dunque, appare fondamentale che, la procedura del PRP, venga al più presto sbloccata. Essa è ferma da più di un anno in Regione, così come ferma per cavilli burocratici è la pratica relativa alla VAS.
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