La casta che ama le firme


Roseto – Scrive Pio Rapagnà del Mia Casa: “Il Consiglio Regionale nella seduta del 26 marzo 2013 ha approvato la “nuova” Legge Elettorale recante: Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale. Hanno dichiarato il loro voto favorevole, e quello del loro rispettivo Gruppo consiliare, i consiglieri Sospiri (Popolo delle Libertà), Acerbo (Rifondazione Comunista), Caramanico (Sinistra Ecologia e Libertà), Menna (Unione di Centro), Milano (Alleanza per l’Italia), D’Alessandro Cesare (Italia dei Valori), Saia (Comunisti Italiani) e Venturoni (Popolo delle Libertà), mentre il consigliere D’Alessandro Camillo (Partito Democratico) ha dichiarato voto contrario.
Tanti i Consiglieri che dal verbale della seduta risultano assenti: Caporale, Castiglione, Chiavaroli Federica, Costantini, De Matteis, Febbo, Petri, Sclocco, Stati, Tagliente, Terra e Verì, cioè 12 Consiglieri su 45.
La cosa che, tra le altre, desta grande “scalpore e indignazione” riguarda l’elevatissimo numero di firme “autenticate e certificate” da raccogliere in pochissimo tempo per la presentazione delle quattro liste circoscrizionali provinciali: le quali, proprio in base all’Art. 12, Comma 2 della Legge Regionale 2 aprile 2013, n. 9 devono essere presentate da non meno di millecinquecento e da non più di duemila elettori iscritti nelle liste elettorali dei comuni della circoscrizione.
Ma ciò che è “veramente scandaloso” è che gli attuali Consiglieri e Gruppi Consiliari hanno stabilito che la sottoscrizione non è richiesta per le liste che, al momento della indizione delle elezioni regionali, sono espressione di gruppi presenti nel Consiglio regionale o nel Parlamento nazionale.
Praticamente, nessuno degli attuali Gruppi presenti nel Consiglio regionale, compreso quelli che si sono costituiti, per scissione, dopo le elezioni, e anche prima e al momento della indizione delle prossime elezioni, saranno tenuti alla raccolta delle firme, mentre gli unici che dovranno raccogliere a livello regionale da non meno di 6.000 e da non più di 8.000 firme, saranno quei movimenti e liste civiche che attualmente sono “fuori” dal Consiglio regionale.
In sostanza, “la casta” insediatasi all’interno delle Istituzioni della Regione Abruzzo, non solo ha stabilito che per promuovere un “Referendum abrogativo” bisogna raccogliere almeno 25.000 firme, pari ad un cinquantesimo degli abitanti, impedendone così sin dall’inizio ogni possibile svolgimento, ma, la stessa casta, “vorrebbe” impedire a “tutti gli altri” la stessa presentazione delle liste, rendendola “matematicamente” impossibile per soggetti civici e comitati non organizzati nei soliti partiti.
Il Movimento Civico Regionale “Città per Vivere” chiede al Consiglio regionale, di utilizzare la seduta di martedì prossimo 11 giugno, riguardante le nuove disposizioni in materia di ineleggibilità, incompatibilità e decadenza dalla carica di consigliere regionale (con conseguente aumento del numero totale dei Consiglieri regionali) , per “ridurre” sensibilmente, quantomeno della metà, il numero di firme stabilite per la presentazione delle liste, “superando” la suddivisione per circoscrizioni provinciali che, con le nuove norme sulle Province, non avranno alcuna giustificazione territoriale, amministrativa e costituzionale.


09 Giugno 2013

Categoria : Cronaca
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