Cava chiusa per… incompetenza
Ofena – Scrive Dino Rossi, COSPA allevatori: “E’ scritto il destino della cava: chiusura. Due sera fa in un consiglio comunale, nel quale il Sindaco Mauro Castagna ha comunicato che c’è stato l’atto di recessione nei confronti dei nuovi aggiudicatari, in quanti questi non sono stati adempienti al contratto stipulato con il Comune di Ofena. Come questa associazione aveva più volte scritto che il bando di gara per la cava risultava essere nulla, in quanto prevedeva la presentazione del progetto dopo l’aggiudicazione della gara d’appalto avrebbe e che comunque avrebbe portato alla chiusura del sito.
Infatti, i nuovi aggiudicatari, forse per aggirare l’ostacolo burocratico che avrebbe portato la presentazione di una nuova progettazione, hanno optato a presentare una variante al vecchio progetto alla regione Abruzzo, la quale ha di fatti negato il sub ingresso con nota del 17 luglio 2012 prot.5573/AE alla variante del progetto approvato con concessione comunale del 3.5.1999.
Si ribadisce ancora una volta. Sono stati spesi migliaia di euro per indire un bando che non ha portato a nulla, se non alla chiusura della cava comunale, con danni erariali esorbitanti e nel contempo un danno all’economia locale, per non parlare delle famiglie degli operai che vi lavoravano. Altri soldi sono stati spesi inutilmente dall’amministrazione Coletti, per quanto riguarda il ricorso al consiglio di stato, la quale sentenza ha permesso di aprire una delle buste pervenute al comune per il nuovo bando e si vantava durante la campagna elettorale per il successo ottenuto. Non sarebbe stato meglio lasciare le cose come stavano, così facendo rientravano in comune soldi veri, pari a 150.000,00 € l’anno? Oppure, invece di spendere soldi su denunce e ricorsi, sarebbe stato meglio presentare un progetto alla regione e una volta approvato si procedeva a un nuovo bando di gara!?
Durante il consiglio comunale sono state fatte delle comunicazioni equivoche da parte del consigliere Palmeri Marcello, ex vicesindaco, dichiarando che la vecchia concessionaria, non aveva scavato quanto previsto nel piano programmatico della coltivazione della cava, ma stranamente, l’ex Sindaco, il 5/03/ 10 inoltra una denuncia al NOE, nella quale è scritto: “ dagli esiti delle perizie geologiche fatte effettuare dal Comune di Ofena,(pagate con i soldi di tutti), è risultato inoltre che la quota degli scavi effettuati è al di sotto di quella di progetto ed una parte è stata riempita con i fanghi di lavaggio degli inerti.” Qui una domanda sorge spontanea: la ditta ha scavato o non ha scavato? Da una parte l’ex vice sindaco riferisce che la ditta si trovava indietro con la programmazione, dall’altra l’ex sindaco denuncia che la vecchia concessionaria sarebbe andata a scavare sotto il livello. Con tanto materiale da scavare in quota più alta della tramoggia, che con il solo movimento dell’escavatore finisce nell’impianto di frantumazione, questi avrebbero scavato sotto il livello della quota con maggiori costi? Questa è fantasia politica o confusione mentale? Per quanto riguarda l’utilizzo dei fanghi di lavaggio, anche qui c’è confusione, in quanto, i fanghi derivanti dal lavaggio degli inerti devono essere utilizzati per il ripristino come da progetto approvato dalla regione Abruzzo. Intanto con queste motivazioni la cava comunale venne posta sotto sequestro. Sarebbe meglio che i magistrati aquilani facessero un indagine più approfondita, magari a 360° al fine di fare veramente chiarezza!”.
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