Cani antiveleno, risorsa essenziale
L’Aquila – Il recente episodio di avvelenamento della fauna selvatica verificatosi nel Parco Nazionale d’Abruzzo-Lazio e Molise riporta ancora al “disonore” della cronaca una minaccia grave e ricorrente in molte zone d’Italia e conferma che l’impiego di Nuclei Cinofili Antiveleno costituisce una efficacissima misura di contrasto. I due Nuclei Cinofili Antiveleno gestiti dal Parco Gran Sasso – Laga in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato e formatisi grazie al progetto comunitario LIFE ANTIDOTO sono operativi da quattro anni, nel corso dei quali – spiega una nota dell’Ente – hanno svolto centinaia di ispezioni e bonifiche, fornendo materiale utile alle forze di polizia e salvando la vita a decine di animali. Il loro metodo d’intervento da’ eccezionali risultati e segue procedure che si vanno ormai consolidando per rigore ed efficacia. Basti pensare che nel territorio ispezionato del Parco Nazionale d’Abruzzo i cinque cani del LIFE ANTIDOTO sono riusciti a segnalare 29 pericolose esche, invisibili ad un seppur attento occhio umano, ma facilmente appetibili per orsi, lupi e altri esemplari di carnivori selvatici e domestici. L’uso del veleno e’, purtroppo, uno dei sistemi piu’ atroci utilizzati per uccidere gli animali selvatici, non solo perche’ non selettivo ma anche perche’ causa gravissime sofferenze agli animali che ne restano vittime.
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