DI NUOVO ANSIA E RABBIA, SERVONO RITOCCHI AI SOSPIRATI EMENDAMENTI
L’Aquila – (di G.Col.) – (Immagine: la rabbia, brutta bestia – da Informasalute.net) – (ore 18,35) – La superparata di premier, big, papi, presidenti, ministri cominciata nell’aprile 2009 dovrebbe assumere oggi un significato, una finalità utile: sbloccare la paralisi della ricostruzione. Altrimenti sarebbe solo una superparata da repubblica delle banane.
Oggi siamo all’epilogo: o se ne esce, o è finita. Male, nel peggiore dei modi.
Una situazione estenuante, quanto meno. Per una moltitudine, ormai oltre ogni limite di sopportazione. Un altro stop a Roma, maturatosi – nelle ore della tarda mattinata – stavolta nei piani alti dei superburocrati della Ragioneria dello Stato, i cui poteri travalicano lo stesso Governo, a quanto pare. Tanto da far sbottare il tesissimo sindaco Cialente, e fargli dire tra i denti che “comandano loro”. In serata si è appurato che la senatrice Pezzopane, che agli emendamenti ha affidato tutto quanto ritiene essenziale per la ricostruzione, sarebbe impegnata a seguire la stesura di alcuni ritocchi ai testi, suggeriti dai burocrati, perchè tutto possa finalmente passare nelle commissioni e al Senato. Insomma, la vitale luce verde senza la quale per L’Aquila sarebbe il “the end”. Stavolta senza appello.
Il sindaco Cialente, evidentemente ricevute notizie per telefono da Roma, questo pomeriggio ha accettato di incontrare – ricevendolo da accigliato padrone di casa – il Ministro Trigilia, il successore di Barca. Di nuovo garanzie e impegni. Di nuovo patti tra gentiluomini, ma dopo che Trigilia ha visto “cum oculis” come è ridotta l’area terremotata, che forse non conosceva da vicino. E si spera dopo che quanto ha visto, lo abbia convinto dall’assoluta gravità della situazione.
Sembrerebbe di sì, visto che l’uomo di governo ha persino detto che otto anni sono troppi, bisogna ricosttuire prima, e i soldi dovranno esserci, anche se sarà difficilissimo reperirli.
Il Ministro ha incontrato anche i consiglieri comunali e alcuni rappresentanti di categorie, amministratori provinciali, e di comuni, e forse qualcuno gli ha anche sussurrato che la tensione sta tornando a salire, visto che si susseguono da alcuni giorni modeste ma preoccupanti scosse sismiche nell’area aquilana. Niente di particolare, ma pur sempre terremoti, dopo un lungo periodo che era sembrato un ritorno alla normalità , un incoraggiante segnale di quiete sismica. Certo non la medicina migliore, le scossette, per animi esacerbati e devastati da un’attesa che dura da più di 4 anni.
Tutto è appeso alle austere penne (forse Montblanc, ti pare…) dei cervelloni della Ragioneria dello Stato. Tutto dipende dalle loro bollinature, un termine nuovo per la gente che oggi ha fatto irruzione nel linguaggio ufficiale: bollinature non applicate, emendamenti arenati. L’Aquila e il suo domani chiusi dentro una bollinatura, pare una urticante beffa, l’ennesima. Due le ipotesi che smbrano prospettarsi: rifare da capo gli emendamenti (con il tempo che ci vorrebbe), o adeguare quelli della Pezzopane, e fare tutto in fretta.
Se gli emendamenti non riprenderanno a camminare, e anche subito, le parole di vip, premier, ministri, politici di grosso calibro, tuttologi e sapienti che abitano i Palazzi, saranno state come sberle in faccia agli aquilani e ai politici aquilani che stanno davvero dando l’anima per risolvere il problema. L’eccitato Cialente, la inarrestabile Pezzopane, il paziente Legnini e qualche altro. Presi a schiaffi anche loro. Sarebbe troppo, e la storia non finirebbe bene. Prima di lasciarsi soffocare nella culla velenosa della non-rinascita, gli aquilani avrebbero qualche conto da presentare allo Stato e al Governo. A estremi mali, estremi rimedi. Prevalga il buonsenso.
Non c'è ancora nessun commento.