Scalo, falde inquinate: si sono svegliati?


Chieti – Dall’on. Gianluca Vacca e MeetUp Amici di Beppe Grillo Chieti riceviamo: “Dopo anni di immobilismo cui la di Regione Abruzzo e Comune di Chieti ci hanno abituato in merito alla disastrosa situazione dei terreni adiacenti il fiume Pescara nell’area dello Scalo, scorgiamo sulle principali testate di cronaca regionale di ieri 3 giugno i primi segnali che qualcosa torna a muoversi.
Il tema pare sia tornato di estrema attualità e l’On. Gianluca Vacca (M5S) e gli attivisti del MoVimento 5 Stelle, in particolare il gruppo di lavoro “Ambiente e Rifiuti” del MeetUp Amici di Beppe Grillo Chieti, che nelle ultime settimane ha effettuato numerosi accessi agli atti presso i competenti assessorati del Comune di Chieti e della Regione Abruzzo proprio in tema di rifiuti e del Sito di Interesse Regionale inquinato (SIR) Chieti Scalo, apprendono questa notizia come una affascinante e piacevole coincidenza.
Non con altrettanto piacere, però, ci si è resi conto che il messaggio fatto passare dalle dichiarazioni dell’Assessorato Comunale all’Ambiente è che tutta la zona denominata SIR quella, per capirci, ricompressa tra il centro commerciale Megalò e il IV Salto Enel a S. Martino, oltre ad essere a breve soggetta a caratterizzazione ambientale, sembrerebbe essere in procinto di essere a stretto giro bonificata. Titola, infatti, Il Tempo di ieri “Si cercano rifiuti velenosi per bonificare la Val Pescara”.
Dalla documentazione sino ad oggi raccolta ed esaminata dagli attivisti del MeetUp di Chieti, però, si evince ben altro: siamo ancora ben lontani dall’avvio delle procedure di bonifica di aree ad alto rischio per la salute dei cittadini.

Pare opportuna una breve ricostruzione dell’intera vicenda affinché possa essere fatta chiarezza sulla questione.
Il primo campanello d’allarme è squillato nel 2007 quando, con ordinanza n. 281, l’allora Sindaco di Chieti vietò la captazione di acqua per scopi potabili o irrigui dal sito dell’ex Conceria CAP. Sono passati sei anni e, di fatto, nonostante le su citate dichiarazioni di intenti, ancora oggi non è dato sapere a chi tocchi fare la bonifica del sito (l’area interessata appartiene in parte ad un privato ed in parte al Consorzio Industriale) né il Comune si è attivato esercitando i poteri sostitutivi che gli competono.
Nel settembre 2008 la Riveco General Sider Spa ha presentato al Comune analisi da cui risulta che nella falda sotterranea sono presenti “metalli quali nichel, cromo, alluminio, piombo e idrocarburi con concentrazioni importanti e con la presenza di fonti di contaminazione ancora attivi”. Sono passati quasi cinque anni e non si hanno notizie di analisi o interventi di alcun tipo.
Nell’ottobre 2008 il Sindaco di Chieti emette ordinanza n. 542 con cui vieta il prelievo di acqua per uso potabile e irriguo in una zona che si estende dal Megalò fino al IV Salto Enel di San Martino ed ordina altresì interventi urgenti di bonifica, a carico dei privati proprietari o, in sostituzione, del Comune, su cinque aree in cui si trovano discariche esaurite o abusive.
Contrariamente a quanto si legge sulla stampa locale, oggi il Comune di Chieti si accinge ad aggiudicare la gara (base d’asta euro 258.085,12 iva esclusa) per individuare la ditta che dovrà fare le analisi dei terreni e relativi piani di caratterizzazione su sole 5 aree già delimitate e non su tutta l’area dello Scalo inserita nel SIR di cui diciamo di seguito. Quando e con quali soldi le bonifiche “urgenti” saranno eseguite non è dato sapere, dal momento che la Regione Abruzzo non ha ancora stanziato la sua parte di fondi per effettuare le analisi di cui sopra.
Nel marzo 2010 la Giunta Regionale abruzzese, con delibera n. 121, istituisce il “sito di interesse regionale (S.I.R.) denominato Chieti Scalo” e successivamente emana le “linee guida” a supporto del Comune di Chieti per la realizzazione delle indagini di caratterizzazione ambientale per verificare lo stato di qualità ambientale delle aree del SIR e per le relative procedure di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale. L’area SIR si estende, ai margini del fiume Pescara, dal Megalò a San Martino e ricomprende i siti su cui il Comune si accinge a fare i piani di caratterizzazione oltre che il sito ex conceria. Le linee guida regionali prevedevano la predisposizione, da parte del Comune di Chieti, di un elenco dei siti produttivi ricadenti all’interno del SIR da trasmettere alla Regione. I titolari dei siti individuati avrebbero l’obbligo di fare le analisi sui rispettivi siti in modo da poter approntare un piano complessivo di bonifica.
Ad oggi, sono passati tre anni, il Comune di Chieti non ha ancora predisposto l’elenco e lamenta di non poterlo fare essendo impossibilitato a comparare i propri dati con quelli in possesso dello Sportello Unico delle Attività Produttive e del Consorzio Industriale, i quali, sebbene sollecitati, non hanno ancora provveduto ad inviarli. Quindi, a distanza di tre anni, siamo ben lontani dall’avvio delle procedure di analisi dei terreni e delle falde (tranne che per i 5 siti di cui sopra) e lontanissimi dall’avvio delle procedure di bonifica di aree ad alto rischio per la salute dei cittadini. La Regione dorme, ignara come Aligi ne La Figlia di Iorio, e si guarda bene dall’esercitare poteri sostitutivi.
I divieti di captazione delle acque non bastano! Le aree inquinate dello Scalo vanno delimitate e bonificate urgentemente perché esse distano, in alcuni casi, 50 metri dal fiume Pescara e dunque è altissimo il rischio che le sostanze inquinanti arrivino al fiume ed entrino comunque nel ciclo alimentare. L’inerzia di Regione e Comune non hanno giustificazione considerando i rischi a cui sono sottoposte le popolazioni residenti”.


04 Giugno 2013

Categoria : Cronaca
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