Dedicato a quel signor Luca Scinto
(di Stefano Leone) – Mi verrebbe da ridere se la tragicità della realtà non fosse totale. Secondo caso doping al Giro d’Italia concluso da poco. Dopo Danilo Di Luca, spoltorese doc, ancora un uomo di punta della Vini Fantini Selle Italia, (squadra con sede toscana ma supportata da sponsor abruzzesi), quel tanto osannato Mauro Santambrogio, beccato anche lui con l’Epo. Ed ecco una nuova uscita, (ma direi una fuori…uscita), di quel sig. Luca Scinto del quale, da ciclista, quasi nessuno ricorda memorabili vittorie o prove che hanno lasciato una pur minima traccia nella storia ciclistica se non parti da gregario. Da Direttore sportivo, oltre taglio e colore improbabili dei suoi capelli vorrei capire per quale inspiegabile senso di masochismo sputa nel piatto dove mangia. A sputtanato Di Luca in diretta nazionale al Processo alla Tappa dandogli dello stupido davanti al mondo, ora dopo il caso Santambrogio dice che questi, (riferito evidentemente a Di Luca e lo stesso Santambrogio), sono “pazzi e malati”. Mi auguro che qualcuno, prima o poi, gli suggerisca di non rilasciare più dichiarazioni perchè sta veramente dimostrando di non avere il senso della misura e della realtà . Verrebbe da ricordare al quel sig. Luca Scinto, che lui nel ciclismo ci sfanga la pagnotta proprio grazie a quei giovanotti che, possono anche sbagliare, (e lui quanto ha fatto per evitarlo?), ma oltre l’atleta rimane sempre l’uomo. Anche perché, se gli atleti sono stupidi, matti e malati, sono preoccupato che a lui stia bene guadagnare, e non credo poco, grazie alla stupidità , alla malattia e alla pazzia dei ciclisti che pedalano e faticano. Poi tutti possono sbagliare e, chi sbaglia, è giusto che paghi ma, sputare sentenze come se si fosse sulle gradinate del circo a commentare la comicità dei babbuini che sbucciano banane, mi pare eccessivo. Lui, (mi riferisco a quel sig. Luca Scinto), che è così sagace nel capire quanto un atleta sia stupido o matto, perchè non si impone con gli sponsor per non avere in squadra questa gente? La risposta forse è insita nella domanda. Perchè a tutto si può rinunciare ma non alla pagnotta. E allora, sig. Luca Scinto, la smetta di offendere atleti che, pur nella tragica mancanza di forza, per non cadere nell’errore, hanno sempre il personale essere uomo. Si condanni l’atleta ma si abbia rispetto per l’uomo. Lo ricordi, il signor Luca Scinto, perché domani, qualcuno, potrebbe dire a lui ciò che lui dice oggi agli atleti.
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