I pastori che non si curano del gregge
E’ datata la diatriba sullo scarso coinvolgimento degli aquilani nella ricostruzione dell’Aquila, che oggi viene messa in luce a proposito della Curia e dei lavori riguardanti il suo ingente patrimonio. Lo fa in un documentato intervento il giornalista Berardino Santilli. In sostanza, i pastori trascurano il loro gregge. Lavori per decine di milioni, compresi quelli nel complesso che attornia il duomo di S.Massimo, che sembrano tutti o quasi destinati a imprese e progettisti non aquilani. Chi sa perchè. Eppure, servirsi degli aquilani avrebbe giovato all’economia e all’occupazione nel cratere sismico.
Bene che il problema sia esploso, male che sia stato ignorato per tanto tempo, nonostante se ne parlasse da quel dì (tante e tante volte lo abbiamo fatto anche noi). Lo hanno occultato i diretti interessati, sperando di arrivare a qualche importante incarico in qualche modo. Lo hanno ignorato autorità politiche, istituzioni, sindacati (spesso distanti dai veri problemi).
Oggi si tenta di correre ai ripari, ma forse è tardi. I giochi sono fatti, scurdammose ‘o passato?
E’ utile, ma forse insufficiente, la battaglia per avere i soldi dal Governo e poter ricostruire. Bisogna sì avere i soldi, ma poi anche occuparsi di come vengono spesi, di quanto benèfici possano risultare per la collettività . Cui prodest? è una domanda senza tempo. O meglio, perennemente valida nel tempo, che si tratti di affaristi, avventurieri, benefattori (?), pastori che non hanno come priorità la salute del gregge. Vogliamo dirne un’altra? Ma sì, abbondiamo: pecunia non olet.
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