Lavoratori bagnati ma combattivi
L’Aquila – CGIL: RICOSTRUZIONE, UNA DELLE EMERGENZE – Il tempo (meteorologico) certo non aiuta, il termometro non incoraggia, ma per le migliaia di lavoratori arrivati questa mattina a L’Aquila con i sindacati regionali e locali, la manifestazione è perfettamente riuscita. Il corteo sotto gli ombrelli e paludato di mantelli , giubbe impermeabili e tutine di plastica trasparente, ma molto colorato da bandiere di tutte le sigle sindacali, ha sfilato per le vie del centro, concentrandosi in piazza Palazzo, l’ex cuore della piccola city aquilana: sotto il palazzo che fu di Margherita e sotto la torre civica che custodisce storicamente la bolla di Celestino. Non ha importato nulla, almeno oggi, che sia l’ex reggia che la torre siano ingabbiati e sorretti da travi di acciaio: inagibili, vuoti, abbandonati dall’amministrazione comunale che “abita” altrove. ”Creare lavoro, sviluppare l’equita’: meno rigore piu’ coesione per il rilancio del paese”, questa l’intitolazione della manifestazione.
I lavoratori hanno scandito i loro slogan, i sindacalisti hanno ripetuto i loro discorsi per l’occupazione, per la ripresa, per un più razionale impiego delle risorse, e naturalmente per la ricostruzione. Le notizie finalmente incoraggianti giunte ieri da Roma (si parla di un’iniezione di denaro per 1,2 miliardi, spalmata però in diverse annualità) hanno riacceso qualche speranza, anche negli amministratori aquilani, dal sindaco Cialente (in impermeabile) alla senatrice Pezzopane (con l’ombrello). Per ora lumicini di speranza. Dopo 4 anni e due mesi, è solo una boccata di ossigeno per chi boccheggiava ormai allo stremo.
La manifestazione ha portato a L’Aquila rappresentanze da tutto l’Abruzzo, con numerosi pulmann. L’emergenza infatti riguarda tutta la Regione che, come dicono i sindacalisti, è in pieno rischio depressione. La gente è preda di sfiducia, tristezza, smarrimento e disagio. Dalla ricostruzione proverrà il lavoro, e dalle riforme delle leggi e delle politiche sociali spunti per la ripresa. Dal sindacato parte un’esortazione corale alla Regione perchè dia il suo contributo propositivo e attuativo delle misure possibili, non sempre, fino ad oggi, sollecite e complete. Oggi, comunque, l’Abruzzo a L’Aquila ha mostrato il suo volto migliore: accigliato, severo, ma deciso a non cedere al pessimismo. Tra colori e slogan un monito severo alle istituzioni e alla politica. Tra i tanti striscioni, uno eloquente: “Siamo i precari delle macerie”.
CGIL – Stasera la CGIL ha diffuso la seguente nota: “Il maltempo non è riuscito a fermare la manifestazione, i 5000 abruzzesi che sotto una pioggia battente hanno sfilato nel centro storico dell’Aquila, tra i palazzi storici e i monumenti puntellati di una città che aspetta ancora i finanziamenti per ricostruire un centro antico tra i più belli d’Italia.
Era questa, la ricostruzione del capoluogo e delle altre zone colpite dal terremoto del 2009, una delle tre emergenze che Cgil, Cisl e Uil Abruzzo hanno sottolineato nella manifestazione di stamattina all’Aquila. Le altre due sono il lavoro che non c’è e la necessità di rilanciare anche in Abruzzo i temi e le politiche sociali. Priorità sulle quali Gianni Di Cesare, Maurizio Spina e Roberto Campo, rispettivamente segretari regionali di Cgil Cisl e Uil, hanno più volte richiamato la politica e le istituzioni regionali e che sono tornate in tutti gli interventi dal palco, conclusi da Guglielmo Loy, della segreteria nazionale della Uil. Problemi parzialmente comuni (terremoto a parte) alle altre regioni e che la Cgil e gli altri sindacati porteranno all’attenzione nazionale nella manifestazione del 22 giugno a Roma.
Tornando all’Abruzzo, per i sindacati regionali il lavoro deve essere la priorità delle istituzioni, della politica e del sistema delle imprese abruzzesi; inoltre va avviata la ricostruzione pesante dell’Aquila e dei Comuni del cratere sismico (che può rappresentare un’occasione per il rilancio dell’occupazione e delle aziende non solo abruzzesi) e vanno messe in campo e finanziate politiche sociali più incisive. Tra i temi che Cgil Cisl e Uil indicano alla politica abruzzese per gli ultimi mesi di legislatura regionale ci sono il contrasto alla povertà, la necessità di garantire il diritto alla salute e quello allo studio, i servizi per l’infanzia e la gioventù, la lotta all’evasione fiscale, il superamento del gap infrastrutturale abruzzese, la riorganizzazione dei trasporti stradali e della ferrovia adriatica, una politica industriale che valorizzi gli investimenti in innovazione e ricerca, l’avvio della programmazione dei Fondi Europei 2014-2020 e la riorganizzazione del personale della Regione. D’altra parte risulta veramente difficile comprendere le affermazioni della Confindustria nazionale quando parla prioritariamente di “Problema Settentrionale” dimenticandosi della grande debolezza e della disgregazione sociale che vive il Mezzogiorno. Né trova elementi nella realtà l’affermazione di un “Modello Abruzzo” da parte del presidente della giunta regionale, Gianni Chiodi, che nella sua visione ragionieristica dell’amministrazione sembra ignorare i drammi sociali e lavorativi di questa regione.
Soffermandosi su questi ed altri temi Gianni Di Cesare, segretario regionale della Cgil Abruzzo, ha sottolineato tuttavia anche un aspetto importante che lega la ricostruzione post-sisma alla possibilità di creare nuovo lavoro: “Con le aziende che apriranno i cantieri della ricostruzione del centro storico vogliamo discutere del rapporto tra l’importo delle opere e la quantità di lavoro, ovvero dell’occupazione prevista e dei tempi di consegna. In questo senso l’interesse dei proprietari ad avere una casa ristrutturata presto e bene coincide con l’interesse dei lavoratori per un’occupazione sicura e stabile. In questa ricostruzione l’interesse collettivo e dei lavoratori viene prima dell’interesse delle singole aziende”.
Non c'è ancora nessun commento.