Truffato imprenditore, due arrestati


L’Aquila – Due ordinanze di arresti domiciliari del gip Gargarella, dopo indagini della Procura (Cardelli e Ciccarelli) sono state eseguite a L’Aquila. Gli arrestati – riferisce l’agenzia AGI – sono accusati di truffa e tentata estorsione nei confronti di un imprenditore che, in grave stato di difficolta’ economiche, aveva creduto alle promesse di una ingente immissione di liquidita’ nelle casse sociali una volta che essi avessero assunto il controllo dell’azienda. In realta’, l’obiettivo dei due “sveltoni” era mettere le mani sul denaro, spendendone presso banche e finanziarie e, in un secondo momento, indurre il malcapitato ex titolare a ricomprare le quote della societa’ ad un prezzo molto piu’ elevato del loro valore. La vicenda si e’ dipanata velocemente a partire da marzo di quest’anno, quando gli arrestati si sono insinuati nella gestione dell’azienda aquilana, specializzata nella fornitura di materiale per l’edilizia e operante nel grande business della ricostruzione post – terremoto, promettendo l’afflusso “cash” di 1 milione di euro di capitale fresco, l’ ampliamento degli affari nel cratere sismico e, addirittura, prospettando l’ingresso nelle commesse edilizie legate all’EXPO’ 2015 a Milano, grazie a non meglio specificate “conoscenze”. Prospettive davvero allettanti quelle esposte da Marina Girardelli, 42 anni di Voghera (PV), e Giancarlo Francescon, 57 anni di Milano, quest’ultimo gia’ noto alla Guardia di Finanza per precedenti frodi connesse all’utilizzo di valori bollati falsificati, in conseguenza delle quali era gia’ stato, nel 2008, sottoposto alla misura restrittiva degli arresti domiciliari.
Il “miracoloso” progetto di risanamento industriale proposto dai due – scrive ancora l’AGI – appariva idoneo a togliere di impaccio l’imprenditore aquilano, fortemente legato alla filiera della ricostruzione, venutosi a trovare in grosse difficolta’ finanziarie a causa di una forte crisi di liquidita’ dovuta, tra l’altro, ai ritardi nei pagamenti da parte dei suoi clienti. Nell’ultimo anno, la sua azienda ha infatti accumulato perdite per oltre 800 mila euro determinando la cassa integrazione per i dipendenti e ritardi nel pagamento degli stipendi. I due arrestati erano stati conosciuti dall’imprenditore, presso uno studio legale di Bologna, grazie all’intermediazione di P.G., 57 anni di Bologna, indagato a piede libero per i medesimi reati – che lo aveva convinto a cedere loro la maggioranza delle quote della sua azienda in cambio dell’afflusso nel capitale sociale di 1 milione di euro cash. Alla determinazione del prezzo stabilito per la cessione della quota – circa 29.000 euro per il 60%, sancita con tutti i crismi dell’ufficialita’ avanti al notaio e comunicata alla Camera di Commercio unitamente all’aumento di capitale per 1 milione di euro ad opera del duo Girardelli/Francescon – non ha fatto, tuttavia, seguito ne’ la materiale corresponsione del denaro al cedente ne’ il promesso afflusso del denaro nelle casse sociali. Infatti, l’assegno destinato al pagamento delle quote rilevate dai due “compari” e’ stato subito preteso indietro non appena usciti dallo studio del notaio ed i due nuovi soci, una volta insediatisi alla guida dell’impresa, lungi dall’intenzione di ricapitalizzarla e risanarla, si sono, invece, subito premurati di ottenere le autorizzazioni ad operare sui conti correnti aziendali. Il passo successivo e’ stato quello di presentarsi presso una societa’ di factoring del nord Italia, muniti di contratti del tutto falsi, predisposti a nome dell’impresa e di ignari contraenti, per farsi scontare inesistenti crediti aziendali; insomma, piuttosto che investimenti nell’edilizia della ricostruzione post-terremoto, l’operazione architettata dai due arrestati ha subito assunto i connotati della piu’ classica delle truffe, finalizzata esclusivamente a far cassa spendendo il nome dell’azienda aquilana.


30 Maggio 2013

Categoria : Cronaca
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