Scuola, educazione e futuro dei ragazzi


L’Aquila – Da un lettore che chiede di non pubblicare il suo nome, riceviamo: “Dobbiamo chiederci quale sarà il futuro dei nostri figli. Un futuro certamente scosso dal sisma, reso pericolante, ma che rischia di essere abbattuto proprio da coloro che dovrebbero costruirne le fondamenta. Quale futuro possiamo avere per i nostri figli quando un rettore di università dichiara di essere estraneo a ciò che è accaduto alla casa dello studente, quando declina le sue responsabilità che potranno anche non essere penali, ma non può esimersi dall’assumersi qualche responsabilità morale di fronte a ciò che è avvenuto. Facile fare il rettore, facile fare il sindaco, facile fare l’ingegnere capo dell’ufficio tecnico, facile occupare posti di (ir)responsabilità quando tutto va liscio; ben altra cosa è doversi assumere responsabilità e saper guidare e gestire situazioni più difficili. In questo caso tutti si tirano indietro, salta fuori ciò che compete o non compete, i vari “io non potevo sapere”.
Abbiamo riaperto le scuole per i nostri figli, ma dobbiamo chiederci quale futuro prepara per essi una scuola come il Cotugno in cui ci si è dimenticati di osservare quanto meno un minuto di silenzio per qualche alunno non più seduto sul suo banco a causa del sisma. E solo qualche “insegnante” si è preoccupato di spendere qualche parola con i ragazzi, altri forse più preoccupati di propinare una didattica che sa di sterile e poco interessante in certi momenti in cui dovremmo mostrare ai giovani un volto umano, fatto di amore e condivisione, di valori che nessun programma didattico deve schiacciare. Altrimenti non possiamo poi sindacare sul bullismo degli adolescenti, sui loro atti che non riusciamo a capire nè in famiglia, né tanto meno a scuola.
E’ per questo che abbiamo riaperto le scuole? Sì, per dare l’ennesimo falso segnale che tutto va bene, ma anche per dimenticare e lasciare indietro le emozioni forti che i nostri ragazzi hanno vissuto, ma che sembrano non trovare posto nelle aule superaffollate delle scuole aquilane.
Che peccato, un altra occasione sciupata dagli “educatori” per cambiare questa società tanto criticata da tutti noi!”.


09 Ottobre 2009

Categoria : Dai Lettori
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