Il racconto – Questione di sesso
(di Stefano Leone) – Anni e anni di volo, mi hanno consentito di osservare uno strano fenomeno: dentro alla cabina di pilotaggio, prima o poi, la conversazione dei piloti finirà col riguardare problemi di colesterolo, diete, ricette e ristoranti… insomma si parla di cibo. Se invece gli stessi piloti si trovano insieme al ristorante finiranno invariabilmente a parlare di donne. Se poi, sempre gli stessi piloti, si trovano in compagnia di rappresentanti del gentil sesso, è fatale che finiscano con l’annoiarle parlando loro di aerei ed elicotteri. Il cerchio è chiuso: tre argomenti cibo, sesso e aerei, per tre situazioni. Aerei, cibo e sesso, con una lieve sfasatura che mi ha sempre inquietato, suscitando in me il sospetto che ci sia sotto un qualche fenomeno legato alla sfera psichica. Diversi anni fa, durante un corso al volo strumentale nell’università dei simulatori che è la SAS di Arlanda (la città aeroporto di Stoccolma dalla quale dista circa 40 km), un signore ci avvicina dicendo di essere uno strizzacervelli diretto a Stoccolma per partecipare ad un congresso di psicanalisi. Il tipo era allegro, arruffato e disponibilissimo, insomma una specie di Roberto Benigni in libera uscita e così ho afferrato al volo (è proprio il caso di dirlo), l’occasione che mi si presentava e gli ho proposto il problema. La cosa lo divertì e appassionato e mi ha spiegato che, in realtà, tutti questi argomenti si possono ricondurre ad uno solo: il sesso, nei suoi molteplici aspetti e con le sue diverse fasi e pulsioni. Proverò a riassumere brevemente quanto in quell’occasione ho ascoltato dopo una sessione di volo sorvolando l’acqua calma dell’oceano baciato dall’alba imminente. L’argomento “donne” ha evidentemente a che fare con le “normali” pulsioni eterosessuali. L’argomento “cibo” attiene invece alle pulsioni verso il sesso orale, fortissime negli infanti ma pur sempre presenti negli individui adulti, anche se da tempo hanno smesso di succhiarsi il pollice. Per quello che riguarda l’argomento “aerei o elicotteri”, dopo aver catalogato le manette di comando dei motori e la cloche o il ciclico, (si chiama così nell’elicottero), tra i simboli fallici, il mio simpatico interlocutore ha dissertato a lungo sul piacere apparentemente fine a se stesso che il pilota pare ricevere dalla manipolazione di detti oggetti, concludendone che alla base c’era senz’altro una nemmeno tanto velata componente autoerotica. A questo punto, dichiarando che il divertimento che aveva ricavato da quella conoscenza ci dispensava dal pagargli la parcella, molto salata, che in altre occasioni ci avrebbe chiesto, ci ha salutato per avviarsi verso il suo obiettivo. Regolarmente, nel volo successivo, abbiamo parlato del cibo e ci siamo accordati sul ristorante dove andare a mangiare la sera. Altrettanto regolarmente, durante la cena, abbiamo parlato di donne, occhieggiando discretamente i tavoli vicini e le cameriere. Siamo poi finiti in un piano-bar dove abbiamo attaccato discorso con due chilometriche bionde tutte denti, salute e vitamine, tediandole immancabilmente con i nostri discorsi di aerei ed elicotteri. Tutto regolare, dunque. Stavamo in piena salute.
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