GdF: “Alba D’Oro” confermati arresti


Guardia di FinanzaL’Aquila – Questa mattina i militari del Gruppo investigativo sulla criminalità organizzata (Gico) delle Fiamme gialle dell’Aquila, hanno eseguito nuove misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell’amministratore delegato e dei due soci dell’ “Alba d’oro” con sede a Tagliacozzo. Si tratta di Nino Zangari di 44 anni, ex assessore alle opere pubbliche del Comune di Tagliacozzo e i fratelli Augusto Ricci (47) e Achille Ricci (51), tutti di Tagliacozzo. L’inchiesta ruota attorno al tesoro occulto del boss mafioso Vito Ciancimino riciclati anche a Tagliacozzo per realizzare il complesso turistico “La Contea” del valore di 2 milioni e mezzo. Il reato contestato a tutti e tre è riciclaggio con l’impiego di denaro di provenienza illecita previsto dall’articolo 648 ter del codice penale con sanzioni da 4 a 12 anni di reclusione. Nella vicenda sono indagate altre due persone di Tagliacozzo, ma con imputazioni minori. Si tratta, molto probabilmente, della più importante operazione antimafia fatta finora dalla procura aquilana, durata due anni e avviata dopo indicazioni della procura di Palermo. Una vicenda dagli effetti eclatanti, che riaccende i riflettori sulle infiltrazioni mafiose in Abruzzo. «E’ il primo esempio conclamato», aveva detto il colonnello, Matera, comandante del Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle dell’Aquila, «di infiltrazione mafiosa». «Le indagini hanno consentito di intercettare una parte del cosiddetto “tesoro” di Vito Ciancimino, di cui i giudici siciliani hanno confiscato 600 milioni di euro, e questi 2,5 milioni finiti in Abruzzo sono solo un rivolo. Nino Zangari si è posto come intermediario, come rappresentante degli interessi di Gianni Lapis in Abruzzo. Lapis è un avvocato tributarista di Palermo, consulente e prestanome del defunto ex sindaco di Palermo, Vito Ciancimino . L’avvocato Lapis nel marzo 2007 è stato condannato insieme a Massimo Ciancimino, figlio di Vito, per trasferimento fraudolento di valori, ovvero per avere intestato a se e ad altri beni e palazzi del padre al fine di renderne irrintracciabile la provenienza. Tra
le società di Ciancimino, attribuite fittiziamente a Lapis, nel 2007 è stata individuata a Palermo la “Sirco spa”, che è proprietaria al 50 per cento di “Alba d’Oro”, società con un capitale di 40 mila euro. Il passaggio dei soldi dalla Sirco alla società gestita dai tre arrestati è accertato, secondo i finanzieri, da riscontri bancari e intercettazioni. Del resto, secondo Finanza e procura, le limitate
disponibilità economiche di Zangari e dei due fratelli non potevano consentire la costruzione di un complesso di tali dimensioni.


01 Aprile 2009

Categoria : Cronaca
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