Sicuro che è solo questione di moneta?
L’Aquila – Scrive Ugo Centi: “Ieri lo stesso sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, intervistato dal Tg3 Rai Abruzzo, ha riconosciuto che lo Stato ha impegnato finora circa oltre 5 miliardi per la ricostruzione dell’Aquila. Del resto la cifra è consultabile sul sito internet del Cipe. Occorrono, però, dice il sindaco, 10 miliardi.
Ora, i dati diffusi a suo tempo (relativi a tutti i Comuni del cratere) parlavano di 37 mila edifici agibili (“A”), 11.500 mila poco danneggiati (“B”) e 22.550 inagibili (“E”). Bene, vogliamo mettere 15 mila euro per gli “A”, 40 mila per le “B” e 80 mila euro per le “E”? Fanno 3 miliardi. Con tre miliardi tutto il patrimonio classificato poteva tranquillamente ripararsi.
Poi ci sono gli edifici pubblici. Di questi solo 500 circa erano inagibili. Ed infine gli immobili storici: circa 950 tra chiese, palazzi, castelli, fontane, mura, porte, torri, ecc. Qui una stima all’impronta, ovvio, è più difficile.
Il patrimonio abitativo, allora, sembra ampiamente coperto dagli stanziamenti. Domanda, non è che si sono sbagliate le priorità. Ad esempio, la mega rotonda di Piazza d’Armi, era proprio urgente? Per quarant’anni si è passati su quella via e pare che non aveva impedito certo lo sviluppo della città. Si poteva magari aspettare due o tre anni a farla e nel frattempo finire qualcosa di più urgente. Perché se non ci si concentra su una cosa per volta, preferibilmente cominciando da quelle più urgenti, si rischia che per quanti soldi arrivino non bastano mai”.
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