Documento su linee ricostruzione L’Aquila
L’Aquila – Si è concluso con la redazione di un documento che traccia le prime linee guida o raccomandazioni, come le hanno volute chiamare gli organizzatori, per la ricostruzione del patrimonio culturale aquilano gravemente danneggiato dal sisma del 6 aprile scorso. L’incontro “Territorio storico de L’Aquila: dall’emergenza alla rivitalizzazione – strategie di gestione e metodologie d’intervento”, che si è svolto oggi a Roma, presso l’Ecole française de Rome, organizzato dall’ufficio del Vice Commissario delegato per la tutela del patrimonio culturale dall’ICCROM (The International Centre for the Preservation and Restoration of Cultural Property, con il patrocinio dell’ICOMOS Italia e della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, ha voluto dare un contributo concreto alla gestione della rivitalizzazione da parte del Governo e degli Enti locali con questo documento suddiviso in tre momenti fondamentali: le raccomandazioni sull’importanza delle misure di prevenzione e di politiche di prevenzione dei rischi; le tre fasi da considerare: prima, durante e dopo il disastro, in cui si focalizza l’attenzione sulla disponibilità di un programma generale della valutazione dei rischi, su finanziamenti adeguati e sugli strumenti essenziali di protezione per una riduzione del rischio, c’è poi la risposta all’emergenza che deve essere disponibile e immediatamente applicata dalle agenzie competenti e responsabili, il restauro e la ricostruzione che deve rispettare il principio generalmente accettato della conservazione con le zone su cui intervenire sottoposte ad una pianificazione che rispetti il paesaggio culturale.
“Il caso dell’Aquila – spiega il vice commissario per il recupero del patrimonio culturale, Luciano Marchetti – è unico perché in una strategia di intervento non dobbiamo considerare il singolo monumento, ma tutta la città. In questo senso la ricostruzione del centro storico non potrà mai restituirci una realtà antecedente all’evento, la ricostruzione sarà in ogni caso un’interpretazione. Per questo con le università si sta lavorando su gruppi di edifici del centro storico per capire come si sono comportati anche alla luce di interventi successivi. In questa catastrofe la risposta all’emergenza ha funzionato benissimo,ma questa fase deve fare un passo avanti e garantire la protezione anche dei monumenti”.
Per questo il terzo momento del documento finale delal giornata distudi si occupa della formazione e sensibilizzazione del pubblico intesa come preparazione di adeguate competenze che sappiano valutare il rischio e rispondere adeguatamente in caso di emergenza, che sappiano implementare le misure di prevenzione dei rischi anche attraverso il pubblico e gli amministratori locali “Vorremmo iniziare a pensare a L’Aquila – ha sottolineato il Direttore Generale dell’ICCROM, Mounir Bouchenaki – come ad un laboratorio importante di prevenzione. Quello che è successo a L’Aquila è già un passato che deve diventare un modello per un’attività di prevenzione efficace e di preparazione ai rischi affinché questi ultimi possano divenatre sempre meno dei problemi. Le alluvioni di Firenze e Venezia sono esperienze da cui sono scaturiti dei modelli di prevenzione, questo deve accadere anche per L’Aquila attraverso la creazione di un sistema di “governance” da cui far scaturire un gruppo consultivo che permetta di arrivare alla nascita di una struttura che lavori affinché non si ripetano più catastrofi come quella aquilana o quella di Messina e che dia risposte concrete alle persone che abitano o che vogliono tornare ad abitare in questi luoghi”.
L’incontro di oggi a Roma è stato importante anche sotto un altro punto di vista: quello della cooperazione con l’UNESCO nella fase della ricostruzione della città dell’Aquila “Subito dopo il terremoto – ha detto Marie Paule Roudil, Responsabile per la Cultura all’Ufficio UNESCO BRESCE, a Venezia – abbiamo cercato di capire come aiutare questo territorio, ci siamo però resi subito conto che non c’era bisogno di tecnici, perché le capacità tecniche italiane e aquilane sono tra le migliori al mondo, c’è però bisogno di una cooperazione anche con l’ICCROM che dia impulso alla ricostruzione del patrimonio culturale di questa città perché crediamo che l’emergenza non sia solo la prima necessità del cibo o della casa, ma anche quella della cultura per ridare alla gente i luoghi della loro socialità, perché la cultura contribuisce alla felicità”.
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