Nittino, la tua città se n’era già andata
L’Aquila – (Foto: L’Aquila diventata una baraccopoli) – Scrive Ugo Centi: “Spiegare a un non aquilano chi era “Nittino” Di Gregorio, scomparso ad 87 anni, è una impresa ardua. Attore dialettale amatoriale e raffinato; nella vita segretario alle scolastico; ma soprattutto un “personaggio” della (ex)città. Nittino era un termometro del “clima” civile e culturale dell’Aquila della seconda metà del Novecento. No, il sisma non c’entra, quell’Aquila era già scomparsa.
Leggeva attentamente il mio “Controaliseo”, uscito puntualmente in cartaceo (rigorosamente auto-fotocopiato dal sottoscritto) prima ogni mese e poi ogni venti giorni dal 1995 al 2009. “Mi raccomando, lasciamelo”, mi diceva ogni volte che lo incontravo. Gli interessava, a lui così “aquilano”, perché era un foglio sui generis. “Sei aquilano, ma scrivi come se fossi un cittadino del mondo”, mi disse un giorno. Lui, che della “aquilanità” era l’emblema, con il suo sguardo tra lo scettico e l’ironico e insieme sempre astutissimo. Voleva capire, attraverso la mia scrittura “eretica”, come si stava trasformando la sua “Aquila”.
Nittino, insieme ad altri personaggi di quell’epoca, accompagnava, forse senza nemmeno esserne del tutto consapevole, quel passaggio dalla cultura contadina del, appunto, “contado”, separata dal vezzo “aristocratico” del centro che ancora all’inizio dei ’60 del ‘900 era palpabile. Poi l’industria di Stato, il boom economico e la civiltà di massa, si portarono via quel retaggio sociale ed economico, fonte anche di tante ingiustizie e privilegi. Se si scandagliasse fino in fondo con fanale sociologico in quel retroterra tipicamente meridionale, si rintraccerebbero intatte le radici dell’attuale (a)ricostruzione post-sisma. Ma sarebbe troppo lungo.
Meglio allora ricordarlo così: come la fotografia di un batter d’occhi della storia. Caro Nittino, in fondo la “tua” città se ne andata prima”.
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