Anche Bray ha imparato il politichese?


Bruxelles – TORNA LA FRASETTA RITUALE SULLA PRIORITA’ DELLA RICOSTRUZIONE, MA NON ARRIVA UN EURO – (Foto: Bray pochi giorni fa tra le macerie aquilane) - La ricostruzione dell’Aquila “e’ sicuramente una priorita’,” ha detto il ministro ai beni culturali Massimo Bray a margine di un Consiglio Cultura a Bruxelles. “Credo che il problema debba essere affrontato da tutto il governo, poiche’ non e’ limitato al restauro dei suoi beni culturali, ma alla ricostruzione del tessuto sociale ed economico di tutta la citta’,” ha aggiunto il ministro rispondendo alle domande dei giornalisti. Lo riferisce un dispaccio dell’AGI di questa sera.
Un’affermazione che stride davvero con i fatti delle ultime ore: nel decreto detto IMU-Cig, emanato oggi, il Governo Letta non ha riservato alcuna attenzione a L’Aquila, nè ovviamente – che si sappia – risorse immediate. Dunque quelle di Bray sono apparse amaramente a molti, se non a tutti, solo parole di circostanza.
Torna, dunque, con il nuovo governo, il ritornello esattamente uguale, piattamente identico , a quello sentito per quattro anni da politici ed esponenti dell’esecutivo, uomini di cultura, critici, storici. Una replica, una clonazione, oppure un’esibizione di scontata buona volontà di fronte all’autorevole tribuna europea?
Stando ai fatti, a noi pare una noiosa ripetizione, e un’esternazione retorica. Quale governo andrebbe a dire in Europa che una città distrutta, un capoluogo regionale del proprio paese, non è una priorità? Il Ministro avrebbe detto qualcosa di nuovo e di diverso, se avesse aggiunto: “Siamo impegnati a produrre cash le somme di denaro necessarie per ricostruire, per onorare tale priorità riconosciuta, mettendole a disposizione – da subito – in ragione di tanto ogni anno”.
La guerra delle bandiere, la rumorosa ribellione del sindaco, i suoi viaggi a Roma, sono la prova di quanto stridano ormai certe affermazioni al cospetto delle realtà. Ma uomini di governo continuano a propinarle alla stampa, forse supponendo che giornalisti stranieri ignorino quante volte siano state inutilmente ripetute. Onestamente nessuno può prendersela con il neoministro Bray, che appena insediato è arrivato a L’Aquila a scoprire com’è una nuova Pompei, ormai a buon punto. Ma gli consiglieremmo di contenere la retorica, specie a Bruxelles, e la insulsa ripetizione di frasi ad effetto tipo, appunto, quella che dà per certo che L’Aquila sia una priorità. Da ora in poi, bisognerebbe parlare quanto meno usando il passato prossimo: “L’Aquila è stata una priorità”. Il che significherebbe l’avvenuto inizio reale e visibile della ricostruzione, cantieri aperti, soldi disponibili, e programmazione degli interventi futuri. Imparino i politici a rinunciare ai proclami con i verbi al presente indicativo. Adottino il passato prossimo, e aprano bocca a cose fatte. Sarebbe la più gande delle svolte per questo paese di inguaribili magafonisti della politica. Di stentorei berciatori di vacuità.


17 Maggio 2013

Categoria : Cronaca
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