Prevenzione diabete, Service Dia-Rotary
del nostro Club, in collaborazione con
l’Inner Wheel , il Rotaract, la CRI, l’Associazione ADAQ e con il patrocinio della Direzione Generale della ASL.
Diabete, un’ “epidemia” in progressivo costante allarmante aumento che riguarda centinaia di milioni di
persone in tutto il mondo, con forte incremento tra le persone giovani: le cause di questa tendenza sono
correlate, in gran parte, a stili di vita non corretti e aumento dei livelli di stress.
Si stima che attualmente nel mondo le persone con diabete siano 371 milioni: la popolazione di persone
con diabete è quindi più numerosa del la popolazione degli U.S.A. e si calcola che nel 2025 si raggiungerà
la cifra di un miliardo di casi.
I tassi di prevalenza mostrano nella nostra Regione valori più elevati della media nazionale, attestandosi su
valori superiori al 7% della popolazione e raggiungendo percentuali più elevate nelle fasce d’età più
avanzate. Nella nostra città la prevalenza sale all’8%, con un registrato incremento nel periodo post-
sismico.
Come per i precedenti anni 2011 e 2012, il Service Dia-Rotary 2013, con il coordinamento e la
partecipazione attiva “sul campo” dei nostri soci Dr.ssa Rossella Iannarelli e Prof. Massimo Casacchia, si
propone di offrire alla popolazione alloggiata in uno dei nuovi insediamenti del nostro territorio (Fossa) e
alla popolazione “della città” una valutazione del rischio di sviluppare il diabete nei prossimi 10 anni e una
contestuale valutazione dello stato psico-sociale, considerato l’incremento di rischio metabolico registrato
nelle 2 precedenti campagne, associato a un importante stato di disagio, con riduzione dell’attività fisica e
aumento del peso corporeo.
Verranno effettuati:
dosaggio della glicemia da sangue capillare
misurazione della pressione arteriosa
rilevazione delle misure antropometriche (peso, altezza, body mass index, circonferenza vita)
valutazione del rischio di sviluppare il diabete entro 10 anni mediante questionario diagnostico
validato (Finnish Score)
valutazione dell’eventuale disagio psico-sociale post-traumatico,
cercando di contribuire, nell’ottica della prevenzione, alla promozione di “best practices” relativamente agli stili di vita.
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