Sopravvissuta Lìmmari scrive al papa
Roccaraso – NELLA STRAGE FURONO STERMINATE 128 PERSONE INNOCENTI, TRA CUI 34 BAMBINI – (Foto: la bandiera inviata a Napolitano a Pietransieri) – “Mi permetto di scriverLe questa lettera perche’ in questi giorni, dopo averLa vista in televisione, ho sentito forte il desiderio di condividere con Lei un mio grande auspicio. Mi chiamo Virginia Macarelli, ho 76 anni e mi considero una vera e propria miracolata. Sono l’unica superstite della strage perpetrata dai nazisti il 21 novembre 1943 a Piatransieri una piccola frazione di Roccaraso”. Inizia cosi’ la lettera che Virginia Macerelli ha scritto a papa Francesco. “Mi sono salvata fortunosamente – continua Macerelli – dalle raffiche dei mitra tedeschi. Quel giorno i soldati uccisero 128 persone inermi di cui 60 donne, 34 bambini al di sotto dei 10 anni, e molti vecchi, senza motivazioni documentate, ma per il semplice sospetto che la popolazione civile sostenesse i partigiani. Io dopo le prime scariche di mitra, che falciarono mia mamma e mio papa’, finii sotto i loro corpi che mi protessero. Cosi’ mi sono salvata, ancora una volta grazie alla protezione dei miei genitori”. “Da anni, non sono piu’ giovane – prosegue Macerelli – ho un sogno nel cassetto: quello di potere incontrare il Papa. So bene Santita’ dei suoi molteplici impegni e so bene che mai potra’ venire a pregare nel santuario dedicato a quelle povere persone, ai miei genitori, ai mie parenti, ma Le chiedo di potere trovare un piccolo spazio per potermi dare l’occasione di salutarLa”. “In un certo senso – conclude Macerreli – mi sento di dire che vorrei portarLe il saluto della mia terra, ma anche con molta umilta’, vorrei attraverso di Lei ricordare all’Italia e al mondo l’assurdita’ della violenza, della guerra e dell’odio. Sono passati 70 anni da quel giorno in cui la forza cieca della guerra mi ha portato via non solo i miei genitori, ma anche tutto il mio mondo, il mio paese. Immagino che oggi ci siano tanti bambini che, come me, soffrono e perdono le proprie famiglie e da quando sono nonna mi dedico a fare capire ai giovani che la strada delle divisioni, della diffidenza non porta da nessuna parte”.
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