Settimana di fuoco, questione di soldi
Il problema si può ridurre come un’espressione matematica ad un solo risultato, ad un numero, anzi, che nel nostro caso indicherà una somma di denaro. Quella che serve al cratere e a L’Aquila per avviare la ricostruzione. La settimana che sta per cominciare sarà , forse, di fuoco. Si alzerà ancora la voce, si occuperanno palazzi, si sventoleranno bandiere. Non tricolori, a quanto pare, ma bicolori: neroverdi. Il sindaco, ottenuto il viatico dal consiglio comunale e dal partito, incassate esortazioni e condivisioni (sicuramente più numerose dei dissensi), muoverà battaglia alla Roma dei palazzi protervi e al potere governativo. L’Aquila sia davvero un’emergenza nazionale, un dovere da adempiere, oppure… Sarà quel che sarà , in pectore persino un nuovo ordito di moti aquilani, di emozioni, c’è chi dice di marce su Roma.
Sicuramente, siamo ad un bivio e va riconosciuto che il merito di esserci arrivati è di chi ha puntato i piedi. Ma, se ci badate, se ci riflettete un attimo, ancora una volta – come sempre nella storia – sarà una questione di soldi. Money, money, tintinnio di monete. Una musica millenaria che non cambia mai. Stato, se davvero vuoi pagare, paga. Se vuoi prenderci in giro, sappi che lo hai già fatto abbastanza. Se Roma è accorta, capirà che la rabbia di chi aspetta da 4 anni persino gli indennizzi per i terreni delle case di Berlusconi, è più che spiegabile.
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