Un aiuto biblico per il sindaco Cialente
L’Aquila – Giuseppe Leccese ci invia questa sua “Lettera aperta al Sindaco dell’Aquila”: “Gentile signor Sindaco, ho ascoltato con molto interesse il discorso del Premier Letta quando ha chiesto la fiducia alla Camera per il suo Governo. Sono rimasto molto meravigliato, piacevolmente meravigliato, della citazione biblica di Davide e Golia. Non pensavo che quell’area politica nutrisse interesse per i Sacri Testi.
Allora signor Sindaco a questo punto mi permetto anch’io di suggerire una citazione biblica che potrebbe aiutarla a riflettere in questo momento in cui, sentendosi abbandonato da tutti, rischia di prendere ulteriori decisioni impopolari e sconvenienti.
Mi riferisco al re Davide che, vigliaccamente, non avendo il coraggio di farlo direttamente ed assumersene la responsabilità, addossandola ad altri, procura la morte di un valido soldato per potersi unire con la moglie. Allora si presenta da lui un ragazzo, un umile pastore, che riconduce alla ragione il re Davide. Legga questa storia perché è illuminante e se ne trae una utilissima ed edificante conclusione.
A cosa mi riferisco?
Le scrissi una lettera già prima del terremoto, che fui costretto a reiterare più volte – perché, come si dice, la speranza è l’ultima a morire – con la quale sollecitavo l’Amministrazione comunale a “regolarizzare” alcune situazioni di viabilità nel quartiere di Gignano che, in alcuni aspetti, potrebbero avere anche dei risvolti di carattere penale. La situazione abitativa del post-sisma ha poi molto aggravato tale situazione.
I suoi dipendenti Bolino, Moretti e Salve sanno bene a cosa mi riferisco. Ad oggi, purtroppo però, nulla è accaduto anzi, per alcuni aspetti, è addirittura peggiorato sempre sotto gli occhi (si fa per dire) di una Amministrazione “assente e latitante”.
Anche io, le garantisco, sono stato tentato di restituirle la fascia da cittadino aquilano, avrei voluto togliere stemmi e bandiere che in qualche modo mi identificassero come appartenente alla città che Lei amministra. Sarebbe stato forse più facile per me, marito e padre di tre ragazzi adolescenti, andarmene da questa città che, come molti amano ripetere, era terremotata già prima del fatidico 6 aprile 2009. Mi creda la decisione di restare per combattere e sperare, per lavorare e vivere in questa città non è stata facile. Il premio che mi aspetto, al contrario di molti, non è tanto una ricostruzione veloce che assuma, in qualche momento, i tratti del miracoloso. Nulla di tutto questo. Mi aspetto un’attenzione da parte dell’Amministrazione simile a quella che si aspetta Lei dallo Stato centrale.
Allora, caro signor Sindaco, in maniera molto affettuosa, vorrei chiederle di rileggere la storia del re Davide prima di puntare il dito addosso ad altri, prima di addossare ed attribuire ad altri le colpe di alcuni gesti fingendoci tranquilli o, addirittura, ignorando completamente le nostre responsabilità. Esaminiamo la nostra coscienza non partendo dalle altrui azioni o omissioni ma dalle nostre. Allora lasci risuonare dentro di Lei le parole del comandante De Falco: “salga a bordo, …..!” e faccia il suo dovere. Grazie, Giuseppe Leccese. Un cittadino fiero di essere aquilano”.
Per la citazione biblica:http://www.gruppo3millennio.altervista.org/index.php/spiritualita/spiritualita/storie-della-bibbia/55-davide-e-betsabea-storia-di-un-adulterio-regale
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