Bandiere e risse politiche a ripetizione: opposizioni scatenate contro l’insorto Cialente
L’Aquila – (Foto: la bandiera c’era ancora qualche giorno fa sull’ingresso dell’aula consiliare, era sparita invece altrove) – Molti cittadini (e il consiglio comunale) gli sono accanto, anche chi è di diverso segno politico, ma al sindaco Cialente non arriva certo un sostegno dall’opposizione politica, che non ritiene si stia comportando bene, soprattutto quando ha rimosso le bandiere tricolori dai palazzi comunali. Il sindaco insorto non va giù a tutti. Come dire: la politica come sempr rigurgita e prevale su tutto.
Questa mattina tutti coloro che sono avversari del sindaco – con Giorgio De Matteis in testa – hanno prima di tutto sciorinato bandiere sui tavoli, in una conferenza stampa di attacco a 360 gradi contro il primo cittadino “punito” dal prefetto che minaccia di rimuoverlo. Le frasi e le invettive sono le solite, già sentite più volte: sindaco inadeguato, incapace di gestire la situazione, incline a mistificazioni e pantomime, e anche una inutile sfida allo Stato per la mancata ricostruzione. De Matteis si è spinto anche oltre: “Cialente non è più nelle condizioni psicologiche necessarie per svolgere il suo ruolo in un momento tanto difficile”. Nei giorni scorsi, era stato il presidente Chiodi a sostenere che è vero, il sindaco non va lasciato solo, ma non si possono scegliere politica e ricerca di nemici per forza, invece di agire con concretezza.
Tra le opposizioni c’è anche chi suggerisce vie meno emotive e più valide sul piano giuridico: per esempio l’impugnazione del decreto (quando ci sarà ) che dovrebbe contenere risorse per la ricostruzione, naturalmente se non le conterrà . Gli oppositori non spiegano se procederanno a tale impugnazione, nè chi di loro vorrà farlo davvero, carte bollate alla mano. Cosa impugnare? Il provvedimento del governo, se non deciderà misure per la tutela del patrimonio monumentale e storico della città e del suo centro: un obbligo previsto dalla Costituzione, la tutela dei beni storici. Dunque un ricorso alla Corte costituzionale. L’argomento forte degli oppositori è questo: il sindaco non può attaccare lo Stato e poi chiedergli soldi. Non può togliere le bandiere, e poi rivolgersi alle istituzioni che quelle bandiere simboleggiano. Solidiarietà è arrivata a Cialente, invece, dal PD regionale e dal consiglio comunale, che ha approvato due sere fa le sue decisioni. A maggioranza, ma le ha approvate. Dunque? Semplice, c’è la solita svolta all’aquilana: tutte le vicende finiscono in rissa. “Non me frega che ‘abbusco’, basta che litigo” dice un vecchio adagio popolare.
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