Lettera aperta da Stoccolma al sindaco
Stoccolma (Svezia) – Un aquilano residente in Svezia, Giovanni Di Simone, invia una lettera aperta al sindaco Cialente: ” Sig. Sindaco dico una cosa che non sai . Non sai che durante i moti di L´Aquila del 1971, quando a Roma lungo la Nomentana o la Tiburtina ,(zone abitate allora da decine di migliaia di emigranti della provincia aquilana) ,sfrecciavano a tutta velocita´autocolonne di camions ed autoblinde della celere e dei carabinieri che con tutte le sirene spiegate facevano un fracasso infernale ,che rimbombava dentro le case , per correre a L´Aquila, le donne aquilane e della provincia magari le piu´ anziane di ceto piu´umile e percio´piu´ emotive perche´meno capaci di comprendere bene che cosa stesse succedendo, urlavano disperate dalla paura, chiamavano la Madonna i Santi , piangevano con le mani ai capelli a L´Aquila si uccidono a L´Aquila si uccidono-
Percio´questo clima di accesa contrapposizione istituzionale come guelfi e ghibellini, e che ti fa tornare in mente episodi quasi dimenticati non si comprende bene a che cosa serve e che cosa dovrebbe creare-
Che siano pronti 2700 progetti cantierabili , in una L´Aquila che ha una stretta pianta medievale ,non significa che si possono aprire contemporaneamente 2700 cantieri ,perche´se apri 2700 cantieri a L´Aquila con la sua logistica, resteranno incastrati tra di loro impalacature gru mezzi macchine ed uomini e dovranno correre i pompieri con la fiamma ossidrica un altra volta per districarli e farli uscire, come dalle macerie-
Che le delibere del CIPE abbiano tradizionalmente un tempo e´noto, ma e´la stessa tradizione burocratica delle istituzioni dello Stato e´la piu´sicura garanzia della piu´completa ricostruzione perche´come nei sismi precedenti attua,proprio per prassi con il proprio passo ( e senza ascoltare nessuno rendendo inutile qualsiasi parola che si proferisca) un programma graduale di finanziamenti sino a che non sia stata rimessa a posto la ultima pietra o la ultima tegola, tantoche´nel 2009 in alcuni paesi colpiti sia da questo che dal sisma del Sangro, ancora erano , senza le urla di nessun Sindaco, arrivati fondi da Roma ma che si riferivano al terremoto del 1984.
Che L´Aquila per simboleggiare la sa condizione voglia tenere la bandiera a mezzasta sino alla completa ricostruzione e´ anche logico e condivisibile perche´sulle macerie ci issa la bandiera
l´esercito vincitore come sul monte Suribachi,ma toglierla completamente non sta sembrando opportuno a nessuno- a meno che non viene spiegato meglio-
Non c'è ancora nessun commento.