IL PREFETTO DIFFIDA IL SINDACO PER LE BANDIERE TRICOLORE RIMOSSE
L’Aquila – CIALENTE: MI RIMUOVANO COME UN SINDACO MAFIOSO – SOLIDARIETA’ DAI CITTADINI – PEZZOPANE: ATTO PREOCCUPANTE – (Foto: Cialente e il prefetto Alecci) – Sale di tono e livello la “rivolta” del sindaco contro le massime istituzioni, e avviene uno scontro tra autorità di cui non si ricordano precedenti. Il prefetto ordina al sindaco di smetterla, il sindaco si rifiuta. Le bandiere tricolori restano ammainate nei palazzi comunali aquilani.
Il sindaco Massimo Cialente ha reso noto che gli e’ stato notificato un decreto del Prefetto con il quale, in riferimento alle recenti iniziative assunte dallo stesso primo cittadino, con la restituzione al Quirinale della fascia tricolore e la rimozione delle bandiere italiane dagli edifici che ospitano gli uffici comunali e le scuole, il rappresentante del Governo, giudicando che la condotta del sindaco determini “potenziali turbative all’ordine e alla sicurezza pubblica” e che il prestigio dello Stato possa essere leso da tali manifestazioni di dissenso, diffida il sindaco a ripristinare ‘senza indugio’ la bandiera nazionale all’esterno degli uffici comunali e delle scuole. Il Prefetto decreta infine, ha reso noto ancora il sindaco, che l’eventuale persistenza della condotta posta in essere dal primo cittadino potra’ costituire oggetto di valutazione per l’adozione del provvedimento di sospensione dalle sue funzioni.
REAZIONE DEL SINDACO – Arriva dura ed immediata la replica del sindaco Cialente dopo la diffida notificatagli dal prefetto del capoluogo. “Con questa lettera ufficialmente comunico di respingere la diffida ed il decreto per cui mi aspetto che il Governo Italiano, che certamente era a conoscenza di questo decreto di diffida e probabilmente ispirandolo, si assuma la responsabilita’ di rimuovermi da sindaco, oggi stesso o domani al massimo. Come si fa per i sindaci mafiosi”. La missiva e’ indirizzata, tra gli altri, al presidente del Consiglio dei Ministri, ai ministri dell’Interno, della Giustizia, della Coesione Territoriale e, per conoscenza, al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “Ricevo in questo momento dal Prefetto della Provincia dell’Aquila – scrive il sindaco – un decreto che mi diffida formalmente a porre termine con immediatezza alla mia azione di protesta, assunta istituzionalmente da me e dalla Giunta della Citta’ terremotata capoluogo di regione Abruzzo, L’Aquila, disponendo l’immediata ricollocazione della bandiera nazionale sugli edifici pubblici del Comune ed alla riacquisizione subito della mia fascia tricolore della quale dovrei fare ‘sempre un uso rispettoso delle norme di legge vigenti’. Nel decreto, il Prefetto afferma che ‘l’eventuale persistenza della condotta posta in essere’ sara’ oggetto di valutazione per la mia rimozione da Sindaco. Nella narrazione del decreto, si riporta testualmente che l’atto di rimuovere le bandiere e di aver restituito la fascia ‘crea potenziali turbative all’ordine ed alla sicurezza pubblica’ e che avrei turbato ‘i sentimenti delle giovani generazioni rimuovendo le bandiere dalle scuole’. Sono allibito. Come denuncio da mesi, inascoltato, la situazione dell’ordine pubblico in questa citta’ che e’ ormai una polveriera di rabbia, disperazione, scoramento, se ancora viene un minimo mantenuta lo si deve – osserva Cialente -all’ingrato compito che in nome di uno spirito istituzionale che ad altri manca, il comune dell’Aquila si e’ assunto, esercitando una faticosa e dolorosa opera di cuscinetto fra l’abbandono dello Stato ed una comunita’ che a quattro anni dal sisma vede uno dei piu’ grandi centri storici d’Italia, il suo centro storico, completamente abbandonato a se stesso e le case della periferia distrutta. Una comunita’, ancora oggi sfollata per il 50%”.
SOLIDARIETA’ – “In queste ore concitate e difficili ricevo innumerevoli attestazioni di solidarietà da parte dei cittadini, che stanno letteralmente mandando in tilt il centralino del Comune e che mi hanno inviato messaggi e mail”. Lo rende noto il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente.. “I cittadini – ha proseguito Cialente – mi dicono a gran voce di essere dalla mia parte e mi esortano a proseguire la mia battaglia, poiché comprendono che è anche la loro. Tutti si dicono pronti ad andare fino a Roma a manifestare questi sentimenti. Sono commosso da tutte queste attestazioni di vicinanza e di solidarietà che, in questo momento, mi motivano ulteriormente a proseguire lungo la strada intrapresa, perché L’Aquila non venga dimenticata”.
PEZZOPANE – “Faccio appello al Prefetto affinchè intervenga, in prima persona, non per ipotizzare la rimozione del Sindaco, ma perché contribuisca a rimuovere, con la sua autorevolezza, le cause della protesta del Sindaco, cioè il blocco delle risorse e la mancanza di nuovi fondi per la ricostruzione dell’Aquila”.
Lo afferma la senatrice Stefania Pezzopane, che esprime tutta la sua solidarietà al Sindaco Massimo Cialente.
“Massimo Cialente ha solidi principi costituzionali, e’ uomo delle istituzioni da sempre, ma e’ anche il Sindaco di una città a rischio di morte. Il decreto del Prefetto, con cui diffida il Sindaco Cialente a porre fine all’azione di protesta, è preoccupante.
L’allarme del Sindaco, che con il clamoroso gesto di rimuovere la bandiera nazionale dagli uffici pubblici, ha voluto alzare la guardia sulla mancanza di risorse per la ricostruzione dell’Aquila, è stato condiviso dalla gran parte delle forze politiche e dai massimi rappresentanti delle istituzioni abruzzesi. Persino i presidenti di Regione e Provincia, che in altre circostanze hanno spesso polemizzato con l’Amministrazione comunale, hanno avuto modo di apprezzare e condividere quel grido d’allarme.
Un grido d’allarme, a seguito del quale, uffici e strutture inermi da mesi, hanno cominciato ad attivarsi.
In questi giorni febbrili, in cui ci stiamo adoperando in maniera incessante, affinchè si rimuovano le cause che hanno indotto il Sindaco a prendere una decisione così drastica, trovo allarmante che il Prefetto dell’Aquila diffidi un sindaco legittimamente eletto e ipotizzi la sospensione delle sue funzioni; un provvedimento che di solito si riserva ad amministrazioni colluse con la mafia. Non può essere scambiato un grido d’allarme per turbativa dell’ordine pubblico.
Questo viene turbato, al contrario, dall’inerzia di parti dello Stato, che non provvedono ad inviare le necessarie risorse per la ricostruzione. Viene turbato dalla crisi economica e sociale, dall’impossibilità a tener fede e a rispettare i bisogni dei cittadini.
Sulla questione sto per presentare un’interrogazione urgente al Presidente del Consiglio, per chiedere se il governo condivida quanto si afferma nella missiva del Prefetto e cosa intenda fare per rimuovere le cause della protesta. Chiedo al governo di prendere subito posizione su questa incresciosa situazione. Inoltre consegnerò al presidente del Senato Grasso, l’atto con cui il Prefetto dell’Aquila diffida il Sindaco. Penso che in questo momento sia necessario il massimo livello di dialogo tra lo Stato e chi lo rappresenta e il Comune dell’Aquila e la sua componente istituzionale”.
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