L’ANPI e gli errori del sindaco Mascia
Pescara – Riceviamo: “Il comitato provinciale ANPI di Pescara ritiene che stavolta, nella vicenda del 25 aprile festeggiato nella scuola “11 Febbraio 1944”, il Sindaco Mascia abbia commesso molti errori.
Il primo cittadino di Pescara, forse mal consigliato, ha oltrepassato il limite, confermando una inquietante distanza dai principi repubblicani e costituzionali sanciti appunto dalla Festa nazionale della Liberazione, che egli, da anni ormai, si ostina a “derubricare” a evento senza capo né coda, dimenticando ogni volta di spiegare ai cittadini da chi e perché noi italiani siamo stati liberati, non nominando mai il contributo di riscatto morale dato dalla Resistenza, ignorando il nazifascismo la cui sconfitta ha appunto permesso, guarda un po’, che perfino Mascia, tra gli altri, venisse liberamente eletto in democrazia.
Ricapitolando, egli nell’ordine, e senza sentire l’esigenza di alzare almeno il telefono per informarsi:
1) ha conferito un totale, cieco e immediato credito, senza verifica alcuna, ad una sola espressione di legittimo dissenso pervenuta alla stampa a nome di una presunta “mamma”: se avesse dedicato anche solo una piccola percentuale dello stesso interesse a problemi sollevati da masse ben più numerose di cittadini, le cose in questa città andrebbero meglio;
2) ha affermato pubblicamente, senza ombra di dubbio, che tale genitrice sia una mamma di alunni della scuola primaria “11 Febbraio 1944”, la qual cosa invitiamo a verificare;
3) ha scritto un’autentica velina di censura in stile littorio alla Dirigente scolastica, caso crediamo unico nella storia della Repubblica: da quando in qua un Sindaco può sottoporre a censura un’istituzione come la scuola che, forse il primo cittadino lo dimentica, è dotata di un’autonomia sancita da leggi della Repubblica?
4) ha, non contento, passato la suddetta “velina” alla stampa, che l’ha pubblicata addirittura virgolettata: crediamo che ciò sia inaudito, e per di più in palese violazione di una sacrosanta riservatezza epistolare;
5) ha definito la Festa nel cortile della scuola una “conviviale di partito”, non sapendo che c’è stata invece un’assoluta assenza di simboli di partito: l’unico simbolo presente era il tricolore;
6) ha dimenticato di far sapere che quel luogo, dove nove giovani partigiani vennero fucilati dai tedeschi dopo essere stati arrestati su delazione dei fascisti, era gremito di cittadini, che hanno entusiasticamente applaudito ogni momento dell’iniziativa (come si può vedere dai filmati in rete);
7) ha affermato che il Comune era “invitato esterno”: strano, visto che l’assessore Renzetti era lì in sua rappresentanza, con fascia tricolore, accompagnato da vigili in alta uniforme, gonfalone, corona, su autorizzazione rilasciata dal Comune stesso e applaudiva perfino;
ha sparato a zero contro lo “stravolgimento” dell’inno nazionale cantato dai bambini, non sapendo che il testo, parte di un progetto didattico utilizzato in Piemonte durante le celebrazioni del 150° dell’Unità, è stato pubblicamente elogiato dal Presidente Napolitano (proprio colui, cioè, che Mascia ora cita assai spesso);
9) ha definito l’ANPI una “associazione cittadina”: forse non sa che l’ANPI è un Ente morale riconosciuto dalla Repubblica, esiste dal 1945 e conta oltre centoventi mila cittadini iscritti, di diversi colori politici, così come differenti e plurali sono state la lotta di Liberazione, la Resistenza, la scrittura della Costituzione;
10) ha preso per buona l’insulto nei confronti la canzone “Bella Ciao” espresso dalla mamma suddetta: il motivo deriva da un antico canto dalle “mondine” dell’Ottocento italiano ed è assurto a simbolo della libertà, riconquistata dagli italiani pagando un tremendo tributo di sangue contro i nemici della Democrazia e della Repubblica, cioè fascismo e nazismo;
11) non si è chiesto, infine, come mai la sua pervicace insistenza a svuotare di ogni riferimento storico e civile la Festa del 25 aprile durante le celebrazioni istituzionali abbia sempre più allontanato i cittadini da quella piazza e li abbia invece condotti a centinaia alla Festa organizzata dall’ANPI e dalla CGIL.
ANPI Pescara, pertanto:
- esprime la sua incondizionata solidarietà alla scuola “11 Febbraio 1944”, che da anni svolge uno straordinario lavoro civile ed educativo;
- constata che è proprio il Sindaco Mascia a muoversi come un uomo “di partito”, appartenendo evidentemente ad una cultura che discende direttamente da un partito bandito dalla Costituzione contro il quale si battevano anche i nove eroi sepolti nella scuola di Pescara oggetto della maldestra critica.
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