Da palazzo d’Avalos sognando la Valigia delle Indie sferragliare lungo il mare
(di Gianfranco Colacito) – (Foto: la Valigia delle Indie alla stazione di Castellammare nel 1880, un volantino dell’epoca e palazzo d’Avalos a Vasto) – Affacciarsi dalle finestre più alte di Palazzo D’Avalos, a Vasto, sul mare della baia lunata, e sognare la Valigia delle Indie che sferraglia sui binari della linea adriatica, diretta verso Brindisi, proveniente da Ancora e Pescara. Magari mentre passava lo scalcinato accelerato per Termoli…
E’ uno dei ricordi più vividi della nostra fanciullezza, trascorsa appunto a Palazzo d’Avalos, a Vasto. Avere un padre (professore di italiano e storia) appassionato di storia e grografia, capace di suscitare in un ragazzino curiosità , era certo una fortuna. Specie in quei tempi intorno agli anni ’48-’49. Corrado Colacito, padre di chi scrive, ci aveva raccontato di quel mitico treno inglese che correva in sostanza da Londra a Brindisi, per portare passeggeri e posta verso l’India. Un treno istituito nel 1869 e soppresso (in Italia) nel 1915.
La Valigia delle Indie sferragliava dalle Alpi all’Adriatico, e poi correva fumando fino ad Ancona, a Pescara, Vasto, Foggia, Bari e Brindisi. La foto che vi mostriamo – www.imprese.san.beniculturali - ritrae il treno alla stazione di Castellammare-Pescara nel 1880 ed è un autentico documento. Negli anni appena precedenti il 1950, certo, la Valigia era lontana nel tempo e sulla linea adriatica non passava più da decenni. Ma era bello sognarla guardando la ferrovia da Palazzo d’Avalos, grazie alla buone letture di libri per ragazzi, ma non solo, suggerite dal prof. Colacito a suo figlio. Che accettava il consiglio, anzi lo gradiva, e imparò a leggere con passione e dedizione, come fa ancora oggi.
Dal 10 al 12 maggio saranno celebrati, grazie alle intelligenti iniziative della Fondazione Pescara Abruzzo, i 150 anni della ferrovia Ancona-Pescara. Una bella iniziativa per esaltare il ruolo e la storia delle ferrovie, essenziali in un paese lungo come l’Italia, passerella dell’Europa nel Mediterraneo, e naturale ponte verso Vicino Oriente, Grecia e Oriente. Gli inglesi capirono che conveniva loro spedire la loro Valigia delle Indie lungo l’Italia, per imbarcarla a Brindisi verso altre rotte e un lunghissimo viaggio fino all’India. Che durava, dicono le fonti storiche, 22 giorni.
Il treno fu, ed è, protagonista dello sviluppo ovunque nel mondo. Molto meno in Italia, dove passi avanti si stanno avendo solo in questi anni. Il paese dèdito alla gomma su strada (petrolieri e automobilari ne sanno qualcosa) fu come in tante altre situazioni usato da altri più furbi e lungimiranti. Del resto, Marconi non aveva dovuto bussare alla porta di Albione per arrivare alla radio? Il governo italiano gli aveva risposto che le sue scoperte non lo interessavano. Marconi non aveva inventato mazzette e raccomandazioni…
Nei nostri sbiaditi ricordi di fanciullezza, comunque, la Valigia delle Indie sferraglia ogni settimana lungo la baia di Vasto, giunta dalle nebbie britanniche e diretta verso le afose jungle indiane, con avvenenti avventuriere, baffuti ufficiali di Sua Maestà , untuosi mercanti di thè, di stoffe e di spezie inebrianti. Come in un vecchio film in bianco e nero. Il suo viaggio non terminerà , finchè ci sarà memoria.
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