Prodotti tipici, quante idee confuse
Ofena – IL PARMIGIANO E’ UN PRODOTTO TIPICO DEI PARCHI ABRUZZESI? – Scrive Dino Rossi (Cospa allevatori) : “Una manifestazione organizzata dal CARSA e finanziata dalla regione Abruzzo, forse con i soldi del Gal che sono tornati indietro, nella quale hanno partecipato i soliti noti. Una manifestazione sponsorizzata anche dai nostri parchi, con le idee un po’ confuse, che stranamente sono in prima linea a reclamizzare i prodotti tipici, quei prodotti che dovrebbero nascere nelle zone protette. Diciamo dovrebbero, in quanto, le aree protette ormai sono abbandonate, molte aziende agricole hanno chiuso i battenti grazie alle devastazioni alla fauna selvatica, alla quale i parchi non hanno posto rimedio. Anzi, i danni sono raddoppiati!
Pensate che per arginare il problema cinghiali e caprioli, i parchi hanno importato lupi siberiani con controlli sanitari scadenti i quali potrebbero essere portatori di cimurro. Il risultato è stato, che gli agricoltori si ritrovano ad avere danni nelle stalle, nei campi. È logico che poi gli agricoltori ricadenti nelle arre protette si incazzano quando si vedono partecipare nella manifestazione della promozione di prodotti tipici, commercianti aziende ubicate in zone lontane dai parchi, dove non subiscono danni e magari, comprano qualche terreno in area parco, per trarre in inganno consumatori e opinione pubblica. Molte aziende emergenti non sono state contattate, come Dal Contadino, sita in Ofena, ai confini del Parco Gran Sasso monti della Laga, la quale, periodicamente subisce danni dagli animali del parco. Nonostante le problematicità sopra descritte, l’azienda Dal Contadino, ha iniziato da due anni la trasformazione tra mille difficoltà , senza percepire finanziamenti pubblici: forse è per questo che non è stata interpellata a partecipare?!
Oppure ai parchi e alle organizzazioni sindacali agricole non piacciono le mozzarelle che l’azienda produce, preferendo quelle di Agnone del Molise? Addirittura sono arrivate ditte da Modena con il parmigiano reggiano! Una manifestazione organizzata malissimo, in una struttura industriale fatiscente, dove si usavano metalli pesanti, per non parlare delle norme di sicurezza, senza uscite di sicurezza, senza luci di emergenza, con un tetto come un colabrodo, gli stand sono stati spostati nelle zone più asciutte, ma i cavi e quadri elettrici legati in soffitta, quelli sono rimasti a rischio. Stranamente, poi vediamo le ASL venire a nelle nostre aziende a riempire i verbali per i trattori privi di norme di sicurezza. Che mondo di matti! Per questo evento fieristico, agli organizzatori le idee si sono schiarite! La quota partecipativa prevista, parte da 550 a 1900 euro più iva, il tutto tra il bagnato e una concorrenza sleale di commercianti alla ribalta e di aziende provenienti da fuori regione e fuori parco.
Un ringraziamento va a tutti gli organizzatori, per aver boicottato ancora una volta quelle aziende che con i denti cercano di sopravvivere tra le mille difficoltà create dalla politica abruzzese. Un ringraziamento va anche all’assessore regionale Mauro Febbo per non aver provveduto al pagamento dell’indennità compensativa di tre anni. Grazie di cuore”.
(Ndr) – La storia dei lupi siberiani importati somiglia molto a quelle che si raccontavano decenni fa per combattere le aree protette: anche allora lupi siberiani e addirittura lanci di vipere dagli elicotteri. Non è mai stata rivenuta traccia di un lupo siberiano sui monti abruzzesi. Se oggi le cose stanno diversamente, sarà bene chiarirlo una volta per tutte.
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