Giornalisti: politica scema o perfida?
Le iniziastive di “5€NETTI”, che rappresenta i precari del giornalismo e i freelance, mettono in luce la piaga, che, a dire il vero, avrebbero dovuto da tempo trattare i sindacati. Compreso quello dei giornalisti. Lo fanno proprio nel momento in cui l’Abruzzo ha un sottosegretario (Legnini) all’editoria. Che si impegna, come altri. Vedremo quanto e come.
La verità è che nel giornalismo (autonomo o nelle varie testate) c’è un mare di precari che vivono di stenti, mal pagati, spremuti, spesso ricattati sul piano di lavoro. I giornalisti sono, al 90% o forse più, sfruttati; sono lavoratori ai margini di cui nessuno si occupa mai. Nemmeno la politica che, a questo punto, può essere scema o perfida.
E’ scema se trascura una categoria così “delicata”, che spesso la sostiene o la elogia, o ne diviene dipendente. E’ da stupidi non dare attenzione a lavoratori così importanti per i vari regimi… E’ invece perfida (ipotesi più solida) se sceglie di tenere nella miseria e nel bisogno migliaia di giornalisti, complici alcuni editori, per potersene servire rendendoli più, diciamo, malleabili. Fatto è che, scema o perfida, i precari informatori sono moltissimi, bistrattati, pagati da fame, tenuti per le palle (anche le donne, figurativamente…). Questo in un paese “civile” che, anche sotto tale aspetto, è troglodita, insetto della democrazia. Così è oggi, peggio di com’era 40 anni fa, quando al cronista che faceva mezzanotte ogni sera, si ammollavano due spiccioli e l’onore della firma.
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