Precari giornalisti: appello a Legnini


Pescara – C’è un precariato vasto, esteso, grave, di cui nessuno parla: quello che penalizza il mondo dei giornalisti, ai quali è affidato il delicato compito di informare. Della loro situazione nessuno, invece, è ben informato. Ci pensano i precari di “5EURONETTI”, che stanno trattando il problema in un convegno. E fioccano idee e proposte.
APPELLO A LEGNINI – Ora l’Abruzzo ha un sottosegretario, l’on. Legnini, preposto proprio ai temi dell’editoria. “Riteniamo che oggi il Governo non possa piu’ assistere passivamente alla perpetuazione dello sfruttamento incontrollato e selvaggio dei giornalisti lavoratori autonomi. Per questo le chiediamo di convocare immediatamente la Commissione per l’equo compenso e di dare concreta applicazione alla legge 233/2012, che nasce esplicitamente per dare attuazione all’articolo 36 della Costituzione anche nei confronti dei giornalisti lavoratori autonomi”. E’ uno dei passaggi dell’appello che i coordinamenti di base dei giornalisti freelance e precari italiani rivolgono al neo sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Giovanni Legnini.
UNA PROPOSTA – Ecco la che “5EURONETTI” – la rete dei freelance e precari dell’informazione abruzzese – ha proposto ai parlamentari eletti in Abruzzo, una piattaforma programmatica per la riforma della professione giornalistica. L’iniziativa e’ avvenuta nel corso della manifestazione sul tema “Corto circuito. Politica e informazione, equilibri precari”, in corso a Pescara. Al confronto stanno partecipando Gianluca Vacca (M5S), Antonio Castricone (Pd), Giulio Sottanelli (Scelta Civica), Gianni Melilla (Sel) e Paola Pelino (Pd). Per “5EURONETTI” occorre rendere obbligatoria l’assunzione di giornalisti negli uffici stampa pubblici con contratti di tipo giornalistico, verificando puntualmente l’applicazione della legge 150/2000, da riformare in senso restrittivo anche per i portavoce che, se pagati dall’ente pubblico, siano scelti, sempre a discrezione dell’organo politico, ma tra i giornalisti. C’e’ poi la riforma della legge sull’equo compenso: occorre introdurre il concetto di “minimo salariale”, per impedire la sostanziale inapplicazione della legge 233/2012 nelle redazioni delle testate che non usufruiscono dei contributi statali, facendo riferimento alle previsioni economiche dei contratti giornalistici. L’accesso alla professione giornalistica sia libero e passi, come per le altre professioni, attraverso un percorso universitario garantito dallo Stato e non gestito dall’Ordine dei Giornalisti che dovra’ mantenere, similmente agli altri Ordini professionali, solo i compiti di tenuta dell’albo e di disciplina, secondo i dettami della riforma del 2012. Altra proposta l’ abolizione dell’elenco dei pubblicisti e percorso di riconoscimento del diritto a sostenere l’esame professionale ai pubblicisti che svolgono l’attivita’ in via esclusiva. Cancellazione dall’albo di tutti gli iscritti che non esercitano la professione, indipendentemente dall’anzianita’ di iscrizione. Programma di formazione permanente gratuita e garantita per tutti i giornalisti. Dopo l’abolizione dell’elenco pubblicisti, garantire una sorta di “elenco-parcheggio” per i giornalisti professionisti che assumono altri incarichi o altri lavori non giornalistici. (AGI) Red/Ett


04 Maggio 2013

Categoria : Cronaca
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