FPCGIL su centro Giustizia minorile


L’Aquila – Il Coordinatore nazionale FPCGIL Giustizia Minorile scrive: “Desta sconcerto quanto affermato dal dirigente del Centro per la Giustizia Minorile dell’Aquila in un comunicato stampa del 3 ottobre dettato, sembrerebbe, in risposta all’appello al Ministro della giustizia del Presidente della Provincia, inteso a tutelare l’integrità dei servizi della giustizia minorile della città e dei connessi posti di lavoro.
Dalla lettura dello stesso apprendiamo che già parte delle strutture dell’IPM erano state offerte al Comune dell’Aquila, ma soprattutto apprendiamo che la chiusura dell’istituto a seguito del terremoto è stata un bene per i minorenni ristretti ”, che passavano il loro tempo per la maggior parte nelle loro piccole celle senza spazi per le attività ricreative e figuriamoci per corsi formativi”. Nello specifico, se tutto ciò fosse vero, ci chiediamo se il dirigente del Centro non sia venuto meno al suo dovere di controllo dell’IPM e, soprattutto, al compito istituzionale di attivare tutte le risorse utili per il buon funzionamento della struttura e per la messa in opera dei progetti indispensabili per il recupero dei giovani detenuti. In merito a ciò, peraltro, ci risulta che la Provincia dell’Aquila si sia sempre impegnata per garantire corsi di formazione calibrati sulle esigenze dei minori presenti nell’Istituto.
Stupisce il comportamento di un dirigente che invece di difendere i propri servizi ed il lavoro degli operatori sembra aver avuto come scopo principale, nel dopo terremoto, quello di cedere ad altri le strutture della giustizia minorile. Tutto ciò, peraltro, non considerando l’importanza di garantire la persistenza dei 35 posti di lavoro della giustizia minorile nella città e degli altri generati dall’indotto, sicuramente piccoli numeri ma importanti per un territorio messo a dura prova dal terremoto.
Non solo, le dichiarazioni del dirigente appaiono superficiali, anche perché non tengono conto delle difficoltà in cui versano tutti gli altri IPM nel territorio nazionale, per la generalizzata condizione di sovraffollamento, che sicuramente non ha tratto giovamento dalla chiusura dell’IPM dell’Aquila. I 13 minori detenuti in quella struttura sono stati trasferiti in altre sedi già sovraffollate. Il risultato è che questa estate un detenuto minorenne si è suicidato, cosa che non accadeva da anni, ed un altro avendo tentato il suicidio è stato in coma per diversi giorni. Senza considerare gli episodi di fuga o le risse.
Sarebbe opportuno, a nostro avviso, richiamare il dirigente del Centro ad una migliore osservanza dei suoi compiti a partire dalla tutela delle attività dei servizi della giustizia minorile e degli operatori che vi lavorano. Se il dirigente non vuole più stare a L’Aquila, che venga destinato ad altro incarico e, soprattutto, riteniamo che sia ormai diventato indispensabile chiarire cosa voglia fare il Dipartimento dei servizi e dei lavoratori della Giustizia minorile della città”.


05 Ottobre 2009

Categoria : Cronaca
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