12.000 terremoti ogni anno in Italia: terra febbricitante, ma chi se ne preoccupa davvero?


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – (Immagine Iside: la mappa delle aree più colpite – Sotto: l’area presso Roio epicentro del 2009 – La faglia di Pettino tutta urbanizzata – Sisma del 1984 in Alto Sangro) – Centomila terremoti, per fortuna la maggior parte poco avvertiti perché deboli, tra il 2005 e oggi nella penisola italiana. Tutta intera. 12.000 in media ogni anno, e tuttora è così. Terra ballerina, ma molto di più di quanto si sappia e si creda. I dati, pubblicati dall’Istituto nazionale di geofisica, dovrebbero indurre a considerare con maggiore attenzione l’argomento. Dovrebbero suonare come richiamo a maggiore attenzione. Non è certo così.
TERREMOTI E SILENZI – Anche in zone tragicamente colpite dal terremoto, a livello politico e amministrativo, si tende a tacere sulla realtà sismica, sui rischi, sui dati, su quanto la storia dovrebbe insegnare. Argomento quasi tabù, oggi – assurdo, ma è ancora così – come ieri, quando si sono occultati allarmi e dati, studi scientifici, avvertimenti e qualche fondata ammonizione: nel 1997 alcuni scienziati erano già certi che entro una decina di anni, vi sarebbe stato un forte terremoto nell’Aquilano. I giornali ne scrissero, se ne parlò, ma prevalse la sordina da parte delle autorità. Sordina e mordacchia.
Troppi enormi interessi riguardanti i piani costruttivi, i piani regolatori, l’edilizia, i materiali, le regole, i limiti, le aree più pericolose ma anche di maggior valore venale. Altrimenti non si scarebbe scelta la fascia di Pettino, a L’Aquila, che corre lungo una vistosa faglia sismica esposta, per la crescita dell’area urbana…

CITTA’ IMPREPARATE – Le città più a rischio – L’Aquila in testa – non avevano e non ebbero piani antisismici, piani di fuga, zone di raccolta, esercitazioni, una capillare e doverosa informazione della popolazione. Abbiamo scoperto, e scopriamo ancora, in Abruzzo, persino ospedali non antisismici (Chieti), scuole e uffici a rischio. Persino una prefettura – quella aquilana – a fortissimo rischio. Vivemmo e viviamo ancora come se il terremoto fosse un’ipotesi virtuale, qualcosa che, una volta manifestatasi, sparisce e non torna se non dopo secoli. Oppure una malattia epidemica: puoi prenderla, ma anche restarne immune.

I CENTOMILA TERREMOTI – Pubblichiamo quanto è apparso sul sito dell’INGV nei giorni scorsi: “Il 26 aprile 2013 il database Iside ha toccato i centomila terremoti. Iside aveva iniziato ad archiviare e distribuire i dati della sismicità in Italia il 16 aprile 2005, quando avevamo avviato il nuovo sistema di analisi dei dati sismici. Da allora, i nostri sismologi, tecnologi e tecnici hanno analizzato alcuni milioni di sismogrammi, giorno dopo giorno, per popolare e tenere aggiornato Iside. Nel corso degli anni Iside è diventato sempre più popolare ed è stato migliorato per andare incontro alle esigenze dei ricercatori e di tutti quelli che lo consultano.

12.000 OGNI ANNO – La media dei terremoti rilevati dalla Rete Sismica Nazionale in questi anni (2005-2013) è superiore ai 12.000 eventi per anno, più di 1.000 al mese, intorno ai 34 terremoti al giorno. Naturalmente questo valore medio ha delle oscillazioni notevoli, che possono passare da minimi di una decina di eventi al giorno fino a punte di qualche centinaia in occasione di sequenze sismiche importanti.Il centomillesimo evento sismico italiano su Iside è avvenuto il 26 aprile 2013 alle 2:53 (italiane) e ha avuto magnitudo 0.7, ben al di sotto della soglia dell’avvertibilità. E’ avvenuto nella zona di Città di Castello, in Umbria, dove da alcuni giorni è in atto una sequenza sismica molto ricca di terremoti. La mappa ricavata da Iside mostra un’Italia quasi ovunque attiva. La regione meno attiva è la Sardegna, dove i processi geologici si sono rallentati e praticamente fermati molti milioni di anni fa. Al contrario, tutta l’Italia peninsulare risulta attiva, con una fascia pressoché continua di epicentri dalla pianura padana alla Sicilia”.

ABRUZZO SISMICO – L’Abruzzo è quasi ovunque attivo, tranne che lungo la fascia costiera lunga meno di 100 km e larga 30-40 km. La zona non è sismogenetica, che si sappia, ma due mesi fa vi sono state scosse sismiche con epicentro a Tortoreto: una novità che dimostra quanto sia insufficiente ciò che sappiamo sui terremoti. Le zone al riparo, comunque, non lo sono dai terremoti che nascono nell’interno o nei fondali dell’Adriatico, che è altamente sismico. Li “ricevono” anche fortemente, come è avvenuto il 6 aprile 2009 a Chieti, Pescara, Lanciano, Teramo, Giulianova, e altrove.
Non siamo dunque al riparo, né abbiamo certezze assolute, se viviamo in aree colorate in chiaro nella mappa. Vi sono luoghi sicuri (la Sardegna) o esenti da sismi (l’Inghilterra), ma che lo siano non vuol dire che lo saranno sempre. La Terra è viva, le placche si muovono. Certo è, come dice il saggio, solo ciò che è già avvenuto (se lo ricordiamo bene…).


03 Maggio 2013

Categoria : Scienze
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