Il Comune trova l’aula consiliare
L’Aquila – (di G.Col.) – SI’ A PROGETTO COLLE MACCHIONE – (Foto: la nuova sede dell’aula consiliare, i dipinti di Muzi nella vecchia e Cialente pensieroso all’interno del palazzo civico distrutto) – Chi sa se il ruvido, geniale e molto compagno Fulvio Muzi, grande artista aquilano degli anni che furono ricchi di intellettuali e operatori culturali, fondatori di istituzioni ed enti musicali, teatrali, letterari, poetici e pittorici, apprezzerebbe la nuova aula del consiglio comunale, inaugurata questa mattina. E’ in un parallelepido di cemento armato – ex scuola Mazzini – restituito alla sicurezza (speriamo antisismico), accanto alla nuova sede municipale, in via Filomusi Guelfi. Davanti all’ingresso graziosi minigiardinetti e vialetti. Anche dei modernissimi lampionici a basso consumo. Quando si vede qualcosa di nuovo nell’illuminazione aquilana, è festa grande. La città è ancora illuminata (si fa per dire) come negli anni Sessanta, cioè male e poco.
L’aula consiliare è ampia, luminosa, squadrata, ingentilita dagli arredi in stile portati via da Palazzo Margherita ormai maciullato all’interno e malfermo all’esterno. Ci sono anche gli antichi quadri, alcuni ellittici, che ritraevano severi personaggi aquilani del passato, appesi nella sala giunta, quella delle vecchie conferenze stampa, e altrove. Una collezione di barbuti, occhialuti, impettiti e basettati signori d’un tempo: i padri della patria aquilana, alcuni. Li hanno salvati, spolverati, liberati dai calcinacci, recuperati. Continueranno a guardare cipigliosi il presente terremotato e il futuro ricostruttivo. Quest’ultimo molto ipotetico, al momento.
E che c’entra Fulvio Muzi? I suoi dipinti in nero e verde ornavano con dignità e forte potere evocativo soffitto e pareti della vecchia aula consiliare, in Palazzo Margherita. L’artista li offrì alla sua città , in qualche misura simile a Michelangelo che dipinge la cappella sistina. Almeno nelle intenzioni e nel modo di lavorare. La sala acquistò valore e dignità , tra quei corpi nudi che si immolavano e celebravano, nel prevalere dei neri e dei verdi.
Si parla di un recupero dell’affresco. Di molte cose, sempre, si parla, poche se ne vedono. Muzi severo e scettico, dal suo aldià artistico forse pieno di angeli e di paesaggi allegorici, ci crederebbe poco. O forse ci conterebbe, chi può dirlo. Comunque, il dipinto nelle prospettive geometriche di una ex palestra… sarebbe un pesce fuor d’acqua, almeno nella parte di sommità .
Auguri al consiglio comunale. Lì dentro dovrà scrivere il presente ma sioprattutto il domani di questa ex città , per ora persino incapace di dare una sistemata decorosa alle strade, alla segnaletica, alle aiole attorno alle proprie sedi. Mettete almeno dei cartelli che indichino le strade senza uscita e allargate di due metri il budello che porta verso i palazzi comunali. Accanto non c’è nulla, solo macerie e la solita rete malconcia e sbrindellata. Che depressione.
I LAVORI – Il Consiglio comunale ha approvato, con 20 voti favorevoli, 2 contrari e 3 di astensione, il progetto speciale territoriale “Colle Macchione”, in recepimento della relativa legge regionale. In particolare lo strumento “ha lo scopo – come si legge in delibera – di tutelare l’area, di alta valenza paesaggistica, posta tra la citta’ dell’Aquila e la frazione di Coppito e di individuare, nell’ambito delle aree protette, le possibili suscettibilita’ di trasformazione compatibili con la vocazione naturale dell’area stessa”. Ai sensi della legge regionale numero 153/6 del 2000, infatti, qualora i Piani e i Progetti territoriali contengano prescrizioni direttamente vincolanti, queste si sostituiscono a tutti gli effetti ai Piani territoriali provinciali e agli strumenti urbanistici dei Comuni. L’area in questione ha un rilevante interesse ambientale e storico architettonico, in particolare, per la presenza del lago del Vetoio, di emergenze monumentali quali la chiesa di Santa Maria delle Grazie, del Parco della Murata, oltre che di vari cascinali, in parte restaurati. Tutti elementi, come rileva la relazione allegata alla delibera, che “fanno di tale settore una localita’ di attrazione culturale e turistica, finora totalmente ignorata e che pertanto necessita di adeguata valorizzazione ambientale e architettonica”.
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