“Le Virtù? Una ‘gloria’ del territorio”
Tortoreto – Il più noto dei piatti teramani di stagione, chiamato Le Virtù e celebrato il 1 maggio, diventa motivo di polemica e di contenzioso. Assurdo in un Abruzzo che dovrebbe imparare a proporsi con tutte le sue eccellenze (che sono tante) condivise e orgogliosamente promosse. Non è così…
L’assessore al turismo scrive: “A seguito delle polemiche sulla festa delle Virtù e delle considerazioni del Sindaco, mi preme comunicare la mia posizione affinchè venga in evidenza. Non abbiamo fatto alcun ratto, nè bistrattato un piatto riducendolo a minestrone. La festa della virtù nasce con l’intento di far conoscere e valorizzare un piatto tipico della nostra provincia nella costa teramana, ove confluiscono turisti e soggiornanti al fine di godere del primo sole e mare. Infatti non
si tratta semplicisticamente e riduttivamente di una sagra ma di un momento volto proprio – vedi convegno di apertura – a divulgare l’origine di questo piatto, l’appartenenza territoriale e le proprietà nutrizionali dello stesso attraverso gli alimenti che rigorosamente lo contraddistinguono.
Sul tavolo dei relatori la dietista Gilda D’Angelo, il medico chirurgo Pietro Campanaro, nutrizionista e specialista in scienze alimentare, nonché Raffaele Grilli, presidente dello Slow Food. Tutto questo a riprova dell’alto valore riconosciuto ad una pietanza che non si vuole affatto sminuire ma diffondere nella sua pienezza di storia e contenuto. Un piatto, peraltro, già molto diffuso in tutti i ristoranti del litorale teramano. Un evento che non vuole essere contrapposizione con la città ma anche provincia di provenienza, ma segno della continuità di un territorio nel congiunto
sforzo di portare in auge l’enogastronomia che ci contraddistingue in maniera sinergica e complementare”.
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