Tagli, tigli e polemiche
Francavilla – QUANTO E’ GIUSTO NON ASCOLTARE LA VOCE DELLA CITTA’? – (di Stefano Leone) – Il taglio dei tigli di viale nettuno a Francavilla al mare, sono ormai diventati celeberrimi. Una amministrazione ormai non più in carica li fece impiantare, quella attuale li fa abbattere. L’iniziativa, pur motivata da note e dichiarazioni del Sindaco, non ha mancato di sollevare una vera e propria battaglia di contrapposizione a tal punto da far nascere un comitato salvatigli. Non poteva, dunque, mancare occasione per confrontarsi a colpi di polemica. Da una parte la maggioranza del Sindaco Lucani, dall’altra l’opposizione e, voci di corridoio, insinuano che pezzi della vecchia Amministrazione stiano cavalcando l’onda per rabbuiare l’operato dell’attuale Giunta. La querelle del taglio dei tigli, oggi annovera ancora una nota, a firma dell’attuale amministrazione, nella quale si ribadisce la bontà della scelta fatta. Oltre questo, però, l’Amministrazione non le manda a dire e, senza fare nomi ma chi deve comprendere comprenderà, ribatte colpo su colpo.
“In Italia, i comitati hanno svolto una funzione importante per temi di grande interesse generale, quali l’acqua pubblica ad esempio, inducendo le istituzioni a tener conto del sentimento dei cittadini. Purtroppo anche in questo caso, salva tigli appunto, è avvenuta la Francavillizzazione, ossia una versione tutta nostrana di un comitato che sarebbe più corretto definire comitato Scialuppa. Non parliamo ovviamente dei cittadini, degli attivisti e dei giovani ecologisti che rivendicano una loro idea sul problema irrisolto dei tigli di viale Nettuno, vittime inconsapevoli di personaggi in cerca di consenso, ma degli ispiratori, dei ‘conducenti’ che lo hanno trascinato nella demagogia più becera e offensiva”.
Così attacca la nota, dell’Amministrazione comunale di Francavilla al Mare.
“Con queste povere piante ignare, sistemate all’epoca in modo assolutamente inopportuno, motivo che ora ci costringe ad abbatterle – continua la nota -, politici del passato, del presente e dell’incerto futuro hanno costruito una scialuppa di salvataggio, navigando nel mare delle menzogne, del pressappochismo e del populismo per cercare di approdare alla certificazione dell’esistenza in vita, politica s’intende, o magari per la rielezione in istituzioni importanti. Proprio come succede a Roma in questi giorni, si pensa alla visibilità e alla sopravvivenza politica personale. Alcuni di coloro che manifestano al fianco del Comitato ‘Salva alberi’, sono stati artefici degli ultimi lavori eseguiti sui marciapiedi: ed ora, incredibilmente, protestano al fianco del Comitato. Uno con una mano regge il cartello vergogna e con l’altra ha votato il Resort. Un altro, lo stratega ambientalista, ha governato in passato non riuscendo a concretizzare azioni di governo che si ricordino. L’altro, il più grande collezionista di astensioni, colui che evita di prendere decisioni difficili e impopolari cerca di rilanciarsi in vista di futuri scenari politici. I cittadini sono altra cosa e hanno diritto a far sentire la propria voce così come noi abbiamo il dovere di ascoltare tutti salvo poi assumere le decisioni che riteniamo, in coscienza, essere le migliori. I politici ‘manifestatori’, al contrario, dovrebbero proporre soluzioni fattibili e magari finanziate con delibera nel caso in cui si parli di mozioni approvate dal Consiglio regionale. La Scialuppa di Tigli ritiene di rappresentare la città. Noi, cercando di fare tutto il possibile tutti i giorni – prosegue la nota -, riteniamo di avere un grande sostegno da parte dei cittadini che ci incoraggiano ad andare avanti e realizzare il programma per il quale ci hanno scelto per amministrare la città. Non è una prova di forza, dunque, ma la necessità di assumere le decisioni che nessuno ha voluto prendere in passato in nome della conservazione del consenso. Il porto o il resort non ebbero l’approvazione dei cittadini. Ancora oggi coloro che allora decisero queste opere controverse le rivendicano come scelte giuste. Si potrebbe parlare anche del palazzo Sirena, progettato male e adoperato peggio. Ora c’è un comitato anche per questo composto anche da chi non ha saputo cosa farsene della Sirena per anni. Le regole democratiche hanno lasciato che i cittadini scegliessero le Amministrazioni comunali che si sono succedute e che hanno operato secondo la loro coscienza. Sono loro a giudicare di volta in volta. Quasi due anni fa – conclude la nota dell’Amministrazione comunale – hanno deciso che dovessimo essere noi a guidare la città e decideranno a fine mandato se saremo stati all’altezza del compito. E’ facile bloccare, interrompere, ostruire. Ma noi continuiamo a lavorare con rinnovato impegno, con il senso di responsabilità che il momento di grande difficoltà ci impone”.
La cosa che salta all’attenzione sulla vicenda è che, fra colpi di sciabola da una parte, corrisposti da fendenti di spada dall’altra, l’unica voce che è “fragorosamente” assente è quella dei cittadini che sono, in buona sostanza, i veri fruitori e detentori del potere di scelta. Viene da chiedersi se, per qualunque decisione la politica ritenga di avere il potere di prendere, è mai presa in considerazione chi dalla politica deve avere spazi, servizi, ambienti e città? Si chiama cittadino.
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