Gli oscuri frenatori della superstrada


L’Aquila – (di G.Col.) – I SOLDI CI SONO, MA I NUOVI LOTTI NON VENGONO APPALTATI – LA PEZZOPANE INTERROGATA IL MINISTRO – CHI NON VUOLE L’ARTERIA ESSENZIALE PER QUATTRO REGIONI? – (Foto: la conferenza stampa di oggi, la senatrice Pezzopane e il consigliere Pietrucci) – “Ero una ragazzina, quando politici e amministratori della Valle dell’Aterno, prima di tutti Vittorio Giorni, pensarono alla superstrada per Amatrice” dice Stefania Pezzopane, che solo nel 1985 da presidente della Provincia potè inaugurare il secondo tronco, fino a Cagnano Amiterno. Il primo, da Cermone a Pizzoli, era aperto da qualche anno. Gli altri – il terzo e il quarto – non sono mai arrivati. Si sono misteriosamente arenati in un estenuante, lunghissimo iter del nulla, tra parole, impegni, scartoffie e trabocchetti a ripetizione.
Il retroscena di questa grande incompiuta, utile a L’Aquila, all’Abruzzo, alle Marche, al Lazio e all’Umbria (che sostengono il progetto), lo rivela con stupore la senatrice aquilana del PD: “Mancano solo 10 milioni, e 46 ci sono, fermi da anni chi sa dove, per arrivare fino a Capitignano. Non so per quali magheggi un’opera finanziata non si faccia. Me lo dovranno spiegare il Ministero dei Lavori pubblici, l’Anas e la Regione Abruzzo”.
Proprio così: i soldi ci sono, e anche da diversi anni, tutti gli ok pure, ma la superstrada non si fa.
Tutto questo è argomento di una interrogazione al Ministero infrastrutture e trasporti, spalleggiata dal Comune del capoluogo e da altri comuni, sottoscritta anche da senatori del Lazio e da Chiti. Ora qualcuno dovrà pur rispondere alle domande. Ma udite: la strada è dichiarata opera di interesse nazionale dalla Legge obiettivo del 2001. E’ in parte realizzata. Dà ottimi risultati e ha facilitato la vita a molte comunità, pur mantenendo obiettivi ben più importanti: un grande collegamento tra Centro-Nord dell’Italia (grazie alle superstrade umbre e laziali), Abruzzo, Campania. Senza pedaggio. La futura variante dell’Aquila, dice la Pezzopane, sarà il naturale completamento locale. L’ingresso nell’Abruzzo dei parchi e delle riserve sarà (un domani, da Amatrice) una realtà capace di spingere e potenziare il turismo. E’ l’argomento sul quale punta Pierpaolo Pietrucci, che propugna lo sviluppo dell’Alto Aterno basato su “aria, acqua, ambiente”, ha detto. Per trovare i 10 milioni mancanti, si potrà per Pietrucci attingere anche dalle risorse per opere stradali che non sono realizzabili altrove per ostacoli insormontabili. Nel piano decennale delle comunicazioni approvato dalla Regione nel 1993 la superstrada c’è. L’Anas, del resto, aveva annunciato gli appalti entro la fine del 2011. Promesse da ANAS.
Altri soldi potrebbero arrivare, spiega la senatrice, da risorse erogate per il dopoterremoto (200 milioni), che non si sa dove siano finite.
Ora c’è un’interrogazione, anche se non c’è un governo, che però pare probabile. Qualche risposta su questa strada che evidentemente forti e oscuri frenatori non vogliono, dovrà pur essere data. Sarebbe suicida continuare a parlare di ripresa, lavoro per imprese aquilane, forniture di ingente valore, lasciando inutilizzati 46 milioni. Chi mesta nell’oscurità, speriamo scompaia con la defunta, dissolta classe politica che all’Abruzzo ha portato solo anni nefasti.


26 Aprile 2013

Categoria : Cronaca
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