Orso investito… (2): incidenti frequenti
Pescasseroli – MOLTI ANIMALI NON RIESCONO A SUPERARE INDENNI LA BARRIERA COSTITUITA DALL’AUTOSTRADA – (foto ANSA) – Scrive Giuseppe Rossi: “Il tragico incidente è avvenuto molto lontano dal Parco Nazionale, sull’Autostrada A24, Km 89 direzione Roma, nei press del casello di Tornimparte, ai margini del Parco Regionale del Sirente Velino e presso la Riserva Naturale della Duchessa al confine tra le Regioni Abruzzo e Lazio. In un territorio protetto da parchi e riserve, dove in teoria dovrebbe esserci la migliore tutela possibile, c’è però una grande infrastruttura autostradale che costituisce una barriera praticamente insormontabile per questi animali.
L’orso, dell’età di circa tre anni e del peso di 90 kg circa, è stato recuperato dagli agenti del CFS della Stazione Ovindoli- Rocca di Mezzo e trasferito presso la ASL dell’Aquila prima e l’Istituto Zooprofilattico di Teramo poi per gli esami e le analisi necessarie. Alcune Guardie del Parco si sono immediatamente recate presso i colleghi del CFS per assumere tutte le informazioni del caso e dare la propria collaborazione per ogni possibile esigenza investigativa. Nella zona è sempre stata segnalata la presenza di orsi. Un esemplare vi è stato trovato morto anni fa probabilmente vittima di avvelenamento.
Purtroppo negli ultimi anni sono stati registrati numerosi incidenti di questo tipo. Altri investimenti hanno riguardato, ad esempio, l’Autostrada A 25 nel tratto Pescina-Pratola Peligna a cavallo tra il Parco Nazionale, il Parco Regionale e la Riserva Naturale del Monte Genzana e la stessa strada 83 che attraversa il Parco nei pressi di Pescasseroli. Anche il treno è stato a volte causa di morte per questi splendidi animali.
Sembra quasi una maledizione: non appena si registra per la prima volta dopo anni un andamento positivo della popolazione del Parco, ecco la classica “tegola” che si abbatte sulla testa di coloro che all’orso marsicano dedicano interesse, attenzione e amore (Parco, ricercatori e studiosi, associazioni, cittadini).
Proprio nei giorni scorsi sono stati infatti divulgati alcuni dati sul trend positivo, seppure modesto, della popolazione nel Parco nazionale con segnali di una leggera ripresa rispetto agli anni passati. Si tratta di una notizia che lascia ben sperare per il futuro ma che non autorizza, ovviamente, ad eccessivo ottimismo e soprattutto non autorizza alcuno ad abbassare la guardia e l’attenzione da una situazione che resta di assoluto pericolo per la specie.
Oggi arriva infatti una notizia terribile, l’ennesima, che fa tornare tutti con i piedi per terra.
I pericoli e i rischi per questo grande predatore persistono tutti. Anzi, aumentano quotidianamente.
Non sembra il caso di recitare la solita litania di lamentele e di scarico di responsabilità. Della vita dell’orso marsicano siamo tutti responsabili, specialmente le istituzioni che devono perseguire la nobile finalità di interesse pubblico della conservazione di una specie unica, rara e preziosa.
Sta di fatto, però, che, nella “Regione dei parchi”, non si riesce a dare adeguata tutela all’animale simbolo, non solo della Regione ma dell’intera Italia.
C’è bisogno di un impegno più deciso e convinto – continuiamo a ripeterlo ormai all’infinito! – da parte delle Istituzioni a tutti i livelli, da quelli governativi a quelli territoriali locali. Il Parco cerca di fare al meglio la propria parte, tra tante difficoltà, nella convinzione però che da solo difficilmente potrà farcela.
Anche se in questo caso si è trattato di un tragico incidente, e non di deliberata volontà umana a nuocere, sempre di grave perdita si tratta e occorre fare in modo, pur essendo nello specifico difficile individuare misure di salvaguardia appropriate, che questi avvenimenti non si ripetano.
Ormai l’orso marsicano occupa un areale sovraregionale di grandissima estensione, nel quale si sovrappongono responsabilità e competenze difficili da coordinare in azioni concrete e univoche.
Vogliamo cominciare a pensare a una “Autorità speciale per l’Orso bruno marsicano”, di nomina governativa e con poteri ampi di intervento, per superare difficoltà e limiti esistenti rispetto a una complessa realtà territoriale e amministrativa?
Di certo il Parco ne parlerà presto al nuovo Ministro dell’Ambiente. Affinchè la conservazione di questo grande patrimonio del Paese diventi questione nazionale, e non solo”.
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