Letta junior incaricato premier accetta con riserva – Il suo nome garanzia per l’Abruzzo
L’Aquila – (ore 13,05)- Enrico Letta alle 13 ha accettato con riserva l’incarico di formare il governo. Tenterà di farlo con urgenza, consultazioni già domani e quindi ritorno da Napolitano per accettare l’incarico o rinunciare. Precedenza assoluta per le riforme e la rimozione del bicameralismo, per il lavoro, per misure capaci di rimettere in moto l’Italia. Incarico pesante sulle spalle, ha detto Letta, ma mi impegnerò per farcela. Importante sarà cambiare la legge elettorale, perchè è dalla sua inadeguatezza che deriva la paralisi italiana.
LA MATTINATA – Così era andata nella mattinata. Bene per l’Abruzzo, l’incarico ad Enrico Letta che alle 12,30 sembra confermato. Il “giovane” Letta è pisano, ed ha studiato nella città toscana, ma è anche nipote di Gianni Letta, vip politico che durante il dopo terremoto è sempre stato molto vicino al cratere aquiano. Gianni Letta è marsicano, come tutti gli esponenti della famiglia Letta, ed ha lavorato da giornalista a L’Aquila. Conosce bene la città e i suoi problemi. Ovvio che il nipote capo del governo (se sarà così), benchè in diversa area politica, è per tutto l’Abruzzo una notizia positiva. Enrico ha radici abruzzesi ed è stato più volte a L’Aquila da ministro del lavoro.
La situazione al momento non è ancora chiara. Prima ancora di sapere chi sia il presidente incaricato, e’ bene chiarire al Pd che per noi non ci sara’ un nuovo caso Marini, non daremo il sostegno a uno di loro cui loro non daranno un sostegno reale, visibile, con nomi che rendano evidente questo sostegno e con un programma fiscale chiarissimo ed inequivocabile”, ha chiarito in una nota il segretario Angelino Alfano.
“Abbiamo la netta impressione che il PD un governo forte non voglia farlo, ma non possa dirlo”, ha osservato Alfano. “E’ desolante – prosegue – la lettura, sui giornali di questa mattina, delle dichiarazioni di numerosissimi esponenti del Partito Democratico. Un florilegio di attacchi al Popolo della Liberta’, al suo leader e alla storia del nostro partito, unito a organigrammi, nomi, poltrone e cadreghe varie. Il tutto aggravato da una inquietante sudditanza psicologica a una sorta di primato dei tecnici”.
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