Tritemio: “Immota manet nel giardino dell’immagine”


Da oggi collabora con InAbruzzo.com Tritemio, una firma tanto enigmatica quanto capace di incuriosire, a suo tempo colonna portante del settimanale aquilano “L’opinione”, vissuto solo 3 anni in una città che forse non lo meritava.
L’Aquila – Oggi ( ma anche ieri e forse domani! ) in Città si parla delle vicende amministrative dell’Accademia dell’Immagine. Sottovoce. Si disquisisce sull’insorgenza, per gemmazione, di minuscoli enti collegati alla stessa Scuola: in virtù di pubblici finanziamenti, per appagare sodali della stagnante iniziativa. Emerge, con fragore, nel “ giardino “ la preoccupante situazione. Così la notizia finita sulla stampa è apparsa ed è respinta dai connessi responsabili con offesa fierezza. In realtà l’Accademia dell’Immagine ha fama di svolgere egregiamente l’attività di insegnamento fin dalla sua fondazione. Ma rare e, comunque, inadeguate, sono apparse, negli anni, le notizie attinenti alla gestione amministrativa: quale il numero degli studenti iscritti?, quanti i licenziati annualmente nelle varie specializzazioni?, quanti corsi risultano istituiti?, quanti e quali i docenti, gli artisti e i professionisti impegnati nell’insegnamento delle molteplici materie riguardanti le immagini, le luci, le scene o quant’altro partecipa nella sapiente costruzione del “Cinema” ?
Al frettoloso lettore aquilano non di frequente nel tempo è successo di leggere notizie sul pregiato “ giardino”. Non è cosa grave. Ma se di provenienza pubblica risultassero i finanziamenti che ne hanno consentito la declamata ricchezza e la sua stessa sopravvivenza, ebbene in tal caso, la gestione dovrebbe risultare di piena trasparenza e pubblici i suoi bilanci. Ma predisporre conti e fare rigorosa e puntigliosa amministrazione non sono una fascinosa attività. Meglio apparire in conferenza stampa, magari con riprese televisive e annunciare il nulla, con cortese slang: è più appagante che non gli adempimenti e l’elaborazione di prudenziali misure amministrative.
Improvvisa è scesa la novità, nel miasma stagnante del cicaleccio politico di provincia, sempre uguale e appiccicoso: debiti e stipendi non pagati. E poi? Tutto come sempre: nessun responsabile; solo un excursus dell’impenitente foglio cittadino e qualche prudente belato altrove.
Dov’è lo scandalo? Non nel “giardino di Accademo”!
Mi torna in mente qualche verso del “Paese dei sosia” (1)
Tritemio

(1)”…./ e quando il notaio / vuole suicidarsi / tira un colpo di pistola / sul pasticciere / e torna ai suoi affari / come in passato / la moglie del pasticciere / crede che abbiano sparato al droghiere / e se ne va a teatro / col fabbro ferraio / …..”
l’ultimo atto / somiglia talmente al primo / che non lo recitano mai / così la commedia è subito finita / prima di cominciare / …./ “ Jacques Prevért . “Le foglie morte” – ( ed. Guanda )


31 Marzo 2009

Categoria : Cultura
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