Che bella Pescara verso mezzanotte…


Pescara – (di Gianfranco Colacito) – (le foto sono di Stefano Leone) – Mica c’è solo la movida, con la sua folla spesso scomposta, sempre brulicante e rumorosa. C’è anche una Pescara bella e tranquilla, a mezzanotte di un venerdì, dopo una cena (pesce, è ovvio) in un ristorante della riviera (carissimo e non di eccelsa qualità…), con un paio di amici, uno dei quali dice: “Sono senza città, passeggiamo un po’ così ne ritrovo una“. E’ aquilano, s’intende, e come tantissimi aquilani – per non dire tutti – è davvero “senza città”. Tra le innumerevoli cose che mancano nella “ruined city” (così l’ha definita il prestigioso giornale inglese The Financial Times), una manca proprio del tutto: la passeggiata notturna in centro. Impossibile, o quanto meno monca e ridotta tra palazzi diruti e ingabbiati. Impossibile per l’indisponibilità dello scenario chiamato centro.
Talvolta uno ha bisogno di una città.
Passeggiare per il cuore di Pescara è bello. Magnifico, arioso lo spazio con la Nave di Cascella, così ben illuminato (fino a mezzanotte, poi si risparmia), nave di pietra bianca protesa verso il nero del mare. Belli i fiori nelle aiole, bello corso Umberto con le sue luci antinquinamento elettromagnetico, i marciapiedi larghi e ben tenuti, qualche vetrina accesa, i giardinetti al Sacro Cuore e il severo e aggraziato palazzetto della vecchia stazione anch’esso ben illuminato. Meno belli i recinti con i cassonetti… Meno bella anche piazza Salotto, con lo scatolone-gabbia per il Wineglass, che però sta per essere rimosso. Una città senza persone, pochissime auto, qualche coppia seduta alle panchine, l’angolo elegante tra via Firenze e via Cesare Battisti dai pavimenti a scacchi bianchi e neri.
Gli anni hanno trasformato un centro un po’ anonimo e fatto solo di negozi (molti non ci sono più…) in un luogo curato e arredato, anche con buon gusto. Che bella Pescara a mezzanotte… Che silenzio e che pace, quanta differenza rispetto agli anni ruggenti al bar Canova e al bar Berardo, fino alle 3 del mattino. Ricordi e fantasmi, come nel film Titanic quando riappare il salone delle danze. Ombre dissolte con tanta parte della nostra vita.
La Luna, una fettina di Luna, si abbassa verso Ovest. Nessuna lucina sul mare. La Nave di Cascella, prima o poi, salperà e al mattino i pescaresi non la troveranno più, partita verso il futuro o verso il passato. Gli artisti non hanno tempo. Buona notte a chi non ha una città, fortunato chi – bene o male – ce l’ha ancora.


22 Aprile 2013

Categoria : Cronaca
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