Senza i dati dannosa la distribuzione delle risorse
Quando si deciderà di ricostruire veramente L’Aquila, una delle sfide più urgenti sarà quella di elaborare una strategia per il miglioramento della capacità statistica. Statistiche affidabili, dati a consuntivo e stimati sul comune dell’Aquila e non medie provinciali o regionali. Indicatori utili a costruire dei cruscotti di controllo per i ricostruttori che entreranno nella storia della città , questa volta, si spera, per meriti e non per cronache di cattiva amministrazione. I dati sui vari settori economici, sui tassi di crescita, sul reddito pro-capite dei cittadini, sui portatori di interesse della città attuali e futuri, oltre a tutti i dati sulla ricostruzione e sull’allocazione delle risorse ad essa destinate, sono essenziali per il funzionamento di qualsiasi amministrazione ed in particolare per un’amministrazione che dovrà affrontare uno dei compiti più difficili degli ultimi secoli. Pensare che i dati ed i cruscotti di controllo servono per amministrare una piccola impresa con piccoli fatturati ma che non sono stati utilizzati per gestire una sfida così importante ed onerosa per tutti gli italiani lascia esterrefatti. Stupisce il fatto che non si sia costruito per tempo e già a partire dal 2009 un sistema di controllo con report statistici. Altri beneficiari sarebbero stati sicuramente lo stato che fornisce le risorse finanziarie, le organizzazioni non governative e gli altri enti che forniscono aiuti finanziari e non. Se mancano i dati statistici, come sono mancati all’Aquila, come risultato, l’economia e la migliore allocazione delle risorse scarse non sono applicate. Qualsiasi politica di sviluppo, idealmente corretta, non eroga i benefici attesi. I tentativi dei politici per migliorare la sorte dei cittadini rimarrebbero sterili. A volte, purtroppo, ciò è frutto di una scelta consapevole e voluta. Tanti sono gli effetti negativi di ciò e basta pensare ai donatori che non hanno avuto il senso preciso dell’impatto degli aiuti forniti e che come conseguenza ora hanno un’idea negativa su L’Aquila e sull’Abruzzo in generale, difficilmente rimovibile in breve tempo. Senza indicatori nessuna barca può muoversi dal porto, anche se si conoscesse e si condividesse la destinazione. Un buon capitano prepara il viaggio prima e per far ciò servono i dati per elaborare la navigazione stimata. Poi le variabili della realtà possono stravolgere completamente i piani ma per lo meno ci si è preparati per tempo ad affrontare le varie problematiche. Lo dicono i manuali, lo dice l’esperienza, lo dice la pratica amministrativa e nessun capitano può essere così imprudente da allocare e da distribuire le risorse, sempre più scarse, con gli occhi bendati o peggio ancora di allocarle secondo logiche e intenti poco nobili.
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