Ultrasuoni, ora anche per Parkinson
L’Aquila – TECNICA INNOVATIVA DELL’UNIVERSITA’ AQUILANA – La Hifu, tecnica innovativa sviluppata all’Ospedale San Salvatore dell’Aquila (nella foto una macchina per gli ultrasioni terapeutici) per la cura dei tumori tramite ultrasuoni focalizzati, sta riscuotendo ottimi risultati anche nella sperimentazione della cura di malattie dell’encefalo, in particolare del morbo di Parkinson, e si appresta ad aprire nuove frontiere nella cura dell’Alzheimer. Uno studio, in collaborazione con un gruppo ricerca di Zurigo ha rilevato, infatti, una guarigione al 100% su 50 casi di pazienti affetti dal Parkinson.
HIFU o high intensity focused ultrasound (ultrasuono ad alta intensità focalizzato) talvolta FUS or HIFUS, spiega Wikipedia, è una procedura medica ad alta precisione che usa degli specifici ultrasuoni per riscaldare e distruggere i tessuti patogeni rapidamente.
È quanto emerso dal primo seminario sulla Hifu, anche detta MRgFUS, rivolto ai medici aquilani, dal titolo “MRgFUS. Ultrasuoni Focalizzati: Chirurgia del III Millennio” che si è tenuto oggi presso la sede di Coppito 2, nel polo scientifico del capoluogo.
Il convegno è stato organizzato dal dipartimento di Scienze cliniche applicate e biotecnologiche (Discab) dell’Università degli Studi dell’Aquila, in collaborazione con l’Ordine dei Medici della Provincia dell’Aquila e con la Asl numero 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila.
A presiedere il corso, i professori dell’Ateneo aquilano Carlo Masciocchi, direttore dell’unità di Radiologia, e Giulio Mascaretti, responsabile della Fivet (Fertilizzazione in vitro) che hanno illustrato la tecnica e i successi a livello mondiale ai medici di base, ginecologi, radiologi e anestesisti, con lo scopo di diffondere la conoscenza delle moderne metodiche biotecnologiche che rappresenteranno le nuove frontiere terapeutiche nel campo della medicina e chirurgia.
“Stiamo collaborando con un grosso gruppo di ricerca a Zurigo che sta facendo grandi cose sull’encefalo e possiamo già dire che su 50 casi di Parkinson, una malattia seria e sociale, c’è stato il 100% di guarigione, con remissione totale della malattia”, ha spiegato Mascaretti.
Grazie a questa tecnica, l’ospedale dell’Aquila, polo d’attrazione per la medicina internazionale, è sempre più all’attenzione di medici e specialisti di ogni parte d’Italia e del mondo, interessati ad acquisirne know-how, metodica e tecnologia.
Il capoluogo è infatti uno dei tre centri nazionali a utilizzare questo metodo innovativo per la cura dei fibromi e l’unico centro al mondo a impiegarlo anche nella la cura dei tumori dell’osso e dell’adenomiosi, patologia caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale nella parete dell’utero.
“E’ un intervento senza intervento, quello dell’Hifu – ha precisato Mascaretti – non è una tecnica semplice, come dicono in molti, ma all’avanguardia. I medici del terzo millennio avranno a che fare con l’Hifu, che non si limita solo alla cura di fibromi e adenomiosi”.
L’MRgFUS ha già avuto ottimi risultati nella cura dell’infertilità, come ha sottolineato Mascaretti: “Abbiamo trattato 28 donne per infertilità da fibromi e tre di queste sono gravide – precisa – le altre sono in studio di remissione della patologia”.
Le eccellenze mediche aquilane saranno presto al centro di scambi internazionali e sono state presentate nel marzo scorso al Congresso Europeo di Radiologia di Vienna dal professor Masciocchi e dalla sua equipe.
A ottobre prossimo, invece, la tecnica MRgFUS volerà a Boston, in Usa, per essere illustrata dal professor Mascaretti al Congresso Internazionale di fertilità e sterilità a colleghi provenienti da ogni parte del mondo.
“Abbiamo ottenuto risultati incontestabili in ambito ginecologico – ha spiegato il dottor Masciocchi – la tecnica è utile per intervenire sull’infertilità e anche in ambito ortopedico per le metastasi, i tumori primitivi benigni dei giovani ed ha un’ applicazione importante in termini sociali”.
In riferimento ai successi ottenuti sul Parkinson, Masciocchi ha concluso: “Stiamo vedendo la possibilità di iniziare una sperimentazione sull’encefalo, ma siamo ancora in una fase preliminare. Per ora scambiamo idee con un centro di Zurigo e andremo lì a vedere i risultati ottenuti sul Parkinson. Si pensa che ci potranno essere dei grandi successi clinici e sociali”.
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