TSA, sarà ancora il teatro di tutti?
Pescara – (di Stefano Leone) – A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Una delle frasi che, dato il peso e lo spessore politico, economico e sociale, del personaggio che le ha coniate, sono entrate come aforismi nella lingua italiana parlata e scritta. Metafore incancellabili. A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, a proposito di ciò che sta ruotando attorno al Teatro Stabile d’Abruzzo. Tutto sembra, stia accadendo in modo silente, senza clamori e polemiche, in modo indiretto, quasi girandoci intorno; come dire, si parla alla moglie per far ascoltare alla suocera. Non più tardi di una manciata di settimane fa, con enfasi e malcelata soddisfazione, il Sindaco di Pescara ha annunciato il grande progetto del Teatro Adriatico, una struttura che, anche solo immaginarla dalla descrizione, appare singolarmente faraonica per una città che, diciamocelo in tutta franchezza e senza polemiche, avrebbe necessità impellente di affrontare problemi davvero seri, di altra natura, ma anche di recuperare il senso del bello e dell’estetica. Difficile pensare che, un’opera di tale caratura e portata, come quella presentata, possa avere nel tempo, la sola aspirazione di essere opera di rilevanza locale, relegata alla sola città di Pescara. Dopo questa notizia, qualcuno pensò male, fece peccato ma chissà, hai visto mai che ci azzecchi! Un altro sibilo, sferzante come il passaggio radente di un jet sopra il pelo dell’acqua piatta del mare, la notizia che la Provincia di Pescara, per voce del suo Assessore alla Cultura, annuncia che si tira fuori dalla concorrenza dei finanziamenti al Teatro Stabile Abruzzese; dunque, full-stop alla quota parte provinciale verso il TSA. “…non possiamo più permetterci di versare la quota sociale (pari a 51mila euro l’anno), nonostante sia stato avviato proprio da questa amministrazione, con il TSA, il cosiddetto Progetto Abruzzo”. Lapidario, secco, una stilettata e, con buona pace del TSA, quel che è stato è stato. Dunque, altro messaggio all’aria. Salvo poi parlare di cultura, sproloquiando davanti a vetrine che danno visibilità. Chissà se quei soldi risparmiati dovranno servire per essere dirottati verso nuovi progetti, magari tipo quello annunciato? Chissà! A questo punto, sempre quel qualcuno, a proposito del Teatro Stabile d’Abruzzo, ha pensato ancor più male facendo ancor più peccato ma, chissà, e se dovesse un domani averci azzeccato? A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.
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